La crescente necessità di archiviare dati in modo efficiente e sostenibile ha portato le aziende a cercare soluzioni innovative. Gli hard disk (HDD) sono stati a lungo considerati dispositivi ad alto consumo energetico, ma recenti sviluppi hanno dimostrato che possono essere una soluzione sostenibile per lo storage cloud.
Hard Disk: qual è la verità sui consumi?
Gli HDD hanno subito notevoli miglioramenti in termini di efficienza energetica. Sebbene siano meno performanti delle unità SSD in termini di velocità di lettura e scrittura, il loro costo per bit è significativamente inferiore, rendendoli una scelta economica per l’archiviazione cloud su larga scala. Toshiba, uno dei principali produttori di HDD, ha evidenziato come questi dispositivi siano evoluti nel tempo. Ad esempio, il consumo energetico degli HDD è diminuito di cinque volte in un decennio, passando da 2,6 W/TB nel 2011 a 0,5 W/TB nel 2020.
Uno degli sviluppi più significativi è stato l’introduzione di HDD riempiti con elio, che ha ridotto il consumo energetico di 2,8W. L’elio, essendo più leggero dell’aria, genera meno attrito sui piatti dell’HDD, riducendo così i consumi. Questo cambiamento ha portato a un risparmio energetico fino al 30%.
Le aziende possono anche sfruttare le modalità “inattiva” e “standby” per ridurre ulteriormente i consumi. La modalità inattiva disattiva le parti magnetiche ed elettroniche dell’HDD ma mantiene il mandrino in movimento, riducendo il tempo di riattivazione. La modalità standby, d’altro canto, interrompe la rotazione dei piatti, ma può ridurre i consumi fino a 0,43W. Tuttavia, questa modalità non è ideale per l’archiviazione online, poiché potrebbero essere necessari fino a 20 secondi per riavviare i piatti e riprendere la lettura e la scrittura dei dati.
Un altro aspetto positivo degli HDD moderni è la loro affidabilità. L’Annualized Failure Rate (AFR) è diminuito del 50% nell’ultimo decennio, passando dallo 0,73% del 2011 allo 0,35% attuale. Questo significa che gli HDD possono durare fino a cinque anni o più, permettendo alle aziende di risparmiare sull’acquisto di nuovi dispositivi e riducendo l’impatto ambientale dello smaltimento dell’hardware.
Infine, la fine del ciclo di vita di un HDD offre opportunità di sostenibilità. Materiali come alluminio e rame possono essere riutilizzati, promuovendo un’economia circolare e riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.