L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno aprendo nuove frontiere nella comunicazione, in particolare per coloro che sono affetti da paralisi. Recentemente, sono stati presentati due studi rivoluzionari che hanno mostrato come sia possibile permettere alle persone paralizzate di comunicare attraverso i propri pensieri.
Intelligenza Artificiale: l’alleato delle persone affette da paralisi
In questi studi, pubblicati il 23 agosto sulla rivista Nature, sono state descritte delle interfacce cervello-computer (Brain-computer interface, Bci) che hanno la capacità di tradurre i segnali neurali in testo o in parole pronunciate da una voce sintetica. Questi dispositivi avanzati possono decodificare il parlato a una velocità di 62 parole al minuto e 78 parole al minuto. Anche se una conversazione naturale avviene a circa 160 parole al minuto, queste nuove tecnologie superano qualsiasi precedente esperimento in termini di velocità.
Uno degli studi è stato condotto da Francis Willett, neuroscienziato della Stanford University in California. Lui e il suo team hanno sviluppato una Bci che interpreta l’attività neurale a livello cellulare e la traduce in testo. Hanno collaborato con Pat Bennett, un uomo di 67 anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che causa una progressiva perdita di controllo muscolare. Per aiutare Bennett, i ricercatori hanno inserito piccoli elettrodi di silicio in specifiche parti del cervello legate al linguaggio. Successivamente, hanno utilizzato algoritmi di apprendimento per riconoscere i segnali unici generati dal cervello di Bennett.
Il secondo studio, condotto da Edward Chang, neurochirurgo dell’Università della California a San Francisco, ha adottato un approccio diverso. Chang e il suo team hanno collaborato con Ann, una donna di 47 anni che aveva perso la capacità di parlare a seguito di un ictus. Hanno utilizzato una tecnica chiamata elettrocorticografia (ECoG), posizionando un rettangolo sottile contenente 253 elettrodi sulla superficie della corteccia cerebrale. Questa tecnica è meno invasiva rispetto ad altre e può registrare l’attività combinata di migliaia di neuroni contemporaneamente.
Tutti questi progressi rappresentano un enorme passo avanti nella ricerca medica e nella neuroscienza. La capacità di permettere alle persone paralizzate di comunicare attraverso i propri pensieri potrebbe trasformare la vita di molti, restituendo loro una voce e una nuova speranza.