Attualmente lo sviluppo e l’applicazione dell’intelligenza artificiale e soprattutto del chatbot ChatGpt, sta raggiungendo via via un notevole successo fino ad essere utilizzato in diversi settori lavorativi della vita dell’uomo.
ChatGpt si è imposto come la grande rivoluzione di questo periodo, che ha profondamente cambiato il modo in cui le persone si rapportano alla tecnologia e all’uso che ne fanno.
Come risaputo, tale sviluppo dell’IA, tuttavia, non è visto di buon occhio da tutti.
Al contrario, vi è una consistente percentuale di individui che pensano che ChatGpt e tutte le altre tecnologie incentrate sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, possano rendere, pian piano, obsoleto il lavoro dell’uomo. Quest’ ultimo, infatti, potrebbe arrivare ad un punto tale da essere incapace di svolgere anche le più piccole attività senza l’ausilio di una macchina che lavori per lui.
Ma chi sono le persone che più di tutte temono il continuo sviluppo di ChatGpt?
Beh, gli insegnanti.
Ebbene sì, gli insegnanti sono tra coloro che maggiormente vedono in un’accezione negativa lo sviluppo di ChatGpt e delle tecnologie incentrate sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
In quanto, ad oggi, essi sono diventati degli strumenti alla portata di tutti, in quanto disponibili sia gratuitamente sia perché risultano essere molto semplici da utilizzare.
Basta pensare allo stesso meccanismo di funzionamento di ChatGpt: l’utente fa una domanda e il computer elabora, in pochissimi secondi, una risposta più che soddisfacente. Indipendentemente dal fatto che si tratti di una richiesta “logica” o “creativa”.
Di fronte a questa situazione risulta normale la preoccupazione secondo cui gli studenti avvalendosi di tali tecnologie perdano, a tutti gli effetti, la capacità di lavorare da soli, elaborare dei propri ragionamenti, acquisire capacità di problem solving per non parlare della difficoltà nel sviluppare idee proprie.
Ovvio che gli insegnanti hanno l’obiettivo di sorvegliare il comportamento dei loro alunni