Il cervello è un organo davvero sensazionale e malgrado i numerosi ed infiniti studi che sono stati fatti per comprenderne al meglio il funzionamento. Esso rappresenta ancora, per certi versi, un vero mistero da svelare.
Vi è mai capitato di pensare ad un numero, un nome o qualsiasi altra cosa, per poi ritrovarvelo a vedere dappertutto?
Cerco di essere più chiara.
Quante volte vi è capitato di guardare l’orologio e notare, per esempio, che sono le 17.17, per poi, nel corso della giornata, accorgersi che quel numero, il 17, ci appare sempre di frequente, fino ad arrivare a pensare che non si tratti solo di una semplice coincidenza. Ma, al contrario, un qualcosa che possa avere un significato intrinseco piuttosto importante.
Magari un messaggio da parte dell’Universo che cerca di informarci di qualcosa che sta per accadere.
Beh mi dispiace deludere i lettori più spirituali o quelli che cercano nella vita di tutti i giorni dei segnali ultraterreni, ma tutto questo non ha nulla a che fare né con l’Universo e nemmeno con le coincidenze.
Si tratta semplicemente di un meccanismo messo in atto dal nostro cervello e della modalità con cui elaboriamo le informazioni esterne.
I meccanismi del cervello e il fenomeno di Baader – Meinhof
Tale “meccanismo” del nostro cervello viene definito “fenomeno di Baader-Meinhof”, e la storia che riguarda la nascita di questa teoria scientifica è davvero molto interessante.
Per chi non lo sapesse, Baader – Meinhof era il nome di un gruppo di terroristi tedesco. Verrebbe da domandarsi dunque per qualche motivo esso sia stato utilizzato per definire un funzionamento della mente.
Siamo nel 1994, quando un uomo di nome Terry Mullen, decise di scrivere ed inviare una lettera ad un noto giornale del Minnesota, spiegando una situazione piuttosto curiosa a cui gli era capitato di assistere.
L’uomo scrisse di aver iniziato a parlare ad un suo amico del gruppo di terroristi tedesco sopracitato. In seguito, l’amico, nonostante non avesse mai sentito parlare di loro prima di quel momento, a partire dal giorno dopo, si accorge di ritrovare quel nome ovunque.
Ecco questa situazione è molto simile a quella dell’orologio di cui abbiamo precedentemente parlato. Come detto, non si tratta di una sorta di segnale ma ciò che, al contrario, potremmo definire un bias cognitivo, o più comunemente un’illusione di frequenza.
Ma in cosa consiste questa illusione di frequenza e come agisce il nostro cervello a riguardo ?
La risposta è molto semplice.
In cosa consiste l’illusione di frequenza?
Si tratta del modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni, prestando particolare attenzione a tutti quei “segnali” che ci risultano essere più familiari. Insomma, la mente effettua una selezione dei nostri pensieri. In questo senso, ecco come si spiega il fenomeno del bias cognitivo: ogni volta che, nel caso dell’orologio, ci troviamo a vedere il numero 17 l’informazione risalta immediatamente. Al contrario, tutti gli altri numeri che ci capita di osservare nel corso della giornata, vengono rimossi automaticamente dal cervello, in maniera completamente inconscia s’ intende. Fino a che, tutto ciò che ci rimane, è sempre il 17.
Curioso vero?!