Quando diciamo la parola “radiazioni”, a cosa pensate? Alle centrali nucleari? Al microonde? No, noi ci riferiamo a qualcosa che usiamo tutti i giorni e con costanza quasi ossessiva: il nostro smartphone. Questo dispositivo è diventato parte integrante della nostra quotidianità e della nostra vita. Non esiste cosa che non facciamo senza cercare prima le informazioni online o scrivere un messaggio agli amici. Purtroppo per noi, però, è radioattivo.
Tuttavia, c’è comunque un effetto negativo dato dalle radiazioni, seppur non così potente. I medici infatti sconsigliano l’utilizzo eccessivo di tali dispositivi, soprattutto se posizionati vicino alla zona cerebrale. Inoltre, ci sono studi che hanno attestato che il calore prodotto dagli smartphone può causare effettivi danni biologici, soprattutto negli uomini. È stata accertata, infatti, una correlazione tra il posizionare il cellulare in tasca nella zona pelvica e l’infertilità. Quindi fate attenzione.
Esistono smartphone che emettono più radiazioni di altri?
La risposta è sì. Ogni dispositivo, come abbiamo accennato, emette radiazioni ma esse variano a seconda del modo in cui vengono assorbite dal nostro corpo. Tale assorbimento è indicato con un particolare indice chiamato SAR. L’Unione Europea, per evitare che le aziende producano dispositivi eccessivamente pericolosi, ha inposto il limite dell’indice a 2 W/kg per smartphone.
Il ragionamento è molto semplice: più il livello di radiazioni emesse si avvicina allo zero, meno il dispositivo sarà dannoso. Quelli che invece sono quasi al limite, sono da considerare i più “pericolosi” sul mercato.
Facciamo qualche esempio pratico. Il Motorola Edge prodotto l’anno scorso arriva a 1,78 w/kg, un livello piuttosto elevato, oppure il Huawei Mate 9 con 1,69 W/Kg e lo Xiaomi A1 leggermente al di sotto del Motorola con 1,75 W/Kg. Ovviamente questi sono solo alcuni dei modelli che raggiungono quasi il limite dell’UE creati dalle aziende. Il consiglio è quello di prestare attenzione, nel caso doveste acquistare un nuovo device, anche al valore dell’indice SAR e non solo al design, al colore e alle funzionalità.