Molto spesso capita che, una volta che magari il caricabatterie dato in dotazione con lo smartphone smetta di funzionare per usura, per evitare di spendere cifre importanti, si acquisti il corrispettivo di scarsa qualità, non originale e di pessima fattura appunto per risparmiare, una scelta certamente conveniente dal punto di vista economico ma pericolosa sia per la salute del device sia per l’incolumità del proprietario.
Una vicenda molto triste è quella che cogliamo per ricordare ancora una volta quanto sia essenziale utilizzare i device elettronici con tutti gli accessori originali, stiamo parlando di quanto accaduto ad una sedicenne di Montefalcione, comune in provincia di Avellino, morta folgorata nella sua vasca da bagno, quattro mesi fa, la causa è proprio un caricabatterie, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Avellino, difettoso e non a norma.
Non originale e letale
La ragazza coinvolta si chiamava Maria Antonietta Cutillo, frequentava il secondo anno dell’istituto alberghiero del capoluogo irpino, è tragicamente deceduta nella sua vasca da bagno mentre era in videochiamata con la sua amica con il telefono in carica nel mentre.
Sembrerebbe in base alle ricostruzioni che il cellulare fosse collegato ad una presa di corrente e che probabilmente a causa di una caduta accidentale sia finito in acqua causando un cortocircuito fatale per la ragazza morta folgorata, le indagini della procura di Avellino hanno rivelato che la colpa è probabilmente da attribuire ad una componente specifica, il caricabatterie.
La Procura ha dunque concluso che la ragazza è deceduta a causa di “un caricabatterie non a norma importato dalla Cina”, ed ora sono scattate indagini su cinque imprenditori, di cui quattro di nazionalità cinese, per omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi falsificati.