L’intelligenza artificiale continua a far parlare di sé e lo farà sicuramente per parecchio. Gli utenti si dividono in due grosse fazioni: chi la userebbe senza problemi e senza farsi scrupoli e chi vede nell’IA il possibile declino dell’economia e della cultura.
Una cosa è certa, l’intelligenza artificiale è ormai un fenomeno irreversibile e non ci resta altro che cercare di regolamentarla il più possibile e di stare a vedere quello che succederà.
ChatGPT è l’emblema di questo dibattito. Si tratta di un chatbot , basato sull’intelligenza artificiale, in grado di rispondere imitando il linguaggio umano a qualsiasi domanda venga posta dall’utente.
Gli utilizzi di questa tecnologia sono veramente tanti e può sicuramente essere utilizzata per ottimizzare i tempi a lavoro o aiutare nella formulazione di alcuni testi ma non può in nessun modo essere sostituita alla studio e al ragionamento.
Durante l’anno scolastico passato molti studenti hanno fatto uso di questo strumento per svolgere i compiti, facendogli eseguire gli esercizi di matematica, i temi oppure le versioni di greco e latino.
Ma è davvero così sicuro affidarsi a ChatGPT per svolgere i compiti a casa o qualche mansione importante che riguardi il lavoro?
ChatGPT e i suoi limiti
ChatGPT ha delle enormi limitazioni che impediscono di considerare l’IA come fonte principale da cui reperire le informazioni.
I limi sono principalmente tre:
- Imprecisione nelle risposte: al contrario di quello che si possa pensare il chatbot non è una fonte affidabile al 100% dalla quale estrarre informazioni ma al contrario spesso può essere in errore o imprecisa.
- Contenuti discriminatori: le risposte di ChatGPT sono allenate con le informazioni che trova in ambienti pubblici e questo può portare a delle risposte razziste, omofobe o xenofobe.
- Ripetizione dalle fonti: si è visto che l’IA tende a copiare troppo dalle fonti che utilizza e ciò potrebbe portare gli utilizzatori a incappare in problemi di plagio.