Chiunque abbia frequentato la scuola negli ultimi dieci anni non potrà negare di aver copiato da Internet utilizzando smartphone, laptop o tablet per svolgere i compiti senza difficoltà. Con il passare degli anni gli strumenti a disposizione degli studenti sono aumentati e con essi il loro utilizzo spropositato durante lo svolgimento delle verifiche in classe o dei compiti per casa, al punto da aver indotto gli insegnanti ad adeguare costantemente i metodi di apprendimento così da rendere le lezioni sempre stimolanti.
L’avvento di ChatGPT non ha fatto altro che rendere ancora più ardua la sfida per i docenti di tutte le scuole, i quali si ritrovano a dover verificare che i compiti siano effettivamente stati svolti dagli alunni senza il supporto dell’intelligenza artificiale.
A dar prova dell’utilizzo, forse spropositato, del chatbot da parte degli studenti sono anche i risultati ottenuti dall’analisi condotta da SimilarWeb, resa nota anche da Wired.it, secondo la quale l’inizio della scuola ha alimentato le visite su ChatGPT permettendogli di raggiungere i 400 milioni di visitatori alla settimana.È chiaro che la situazione potrebbe sfuggire di mano e diventare sempre più ardua per insegnanti e genitori che dovranno abituarsi a convivere con nuovi strumenti all’avanguardia ma è certo che educare all’utilizzo consapevole di mezzi come ChatGPT potrebbe offrire numerose opportunità. Oltre a rendere lo studio stimolante e interessante, il numero di informazioni a disposizione degli studenti cresce in maniera esponenziale permettendo loro di avere accesso a quante più risorse possibili.
Sarebbe importante, dunque, educare all’utilizzo consapevole di tali strumenti anche a scuola, senza osservarli con disprezzo e timore. Sfruttare in maniera adeguata le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale così come dagli strumenti tecnologico-informatici a nostra disposizione potrebbe rendere meno obsolete tantissime attività quotidiane senza necessariamente trasformarle in qualcosa di negativo.