In questi giorni Neuralink ha fatto molto parlare di se, l’azienda capitanata da Elon Musk ha infatti a seguito dell’ok da parte dell’FDA, aperto le iscrizioni per i primi test dell’interfaccia cervello macchina sull’uomo, ci si può quindi candidare per ricevere l’impianto di un chip nel cervello che consente il controllo di puntatori extracorporei.
Sebbene Elon abbia sempre attestato e garantito la sicurezza degli impianti e la loro non letalità sottolineandone l’affidabilità, sembrerebbe che siano emersi invece dei documenti che ne attestano la fatalità per alcune scimmie usate come cavie.
La controversia
A riportare la preoccupante notizia è la statunitense Wired, questi documenti pubblici, ottenuti dal Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), attestano come una serie di macachi sia stat soppressa a seguito di complicanze arrivate dopo l’impianto: “diarrea sanguinolenta, paralisi parziale ed edema cerebrale”.
Tra i casi più risonanti ne risulta uno legato ad un esemplare di sesso maschile soppresso nel 2020 “dopo che il suo impianto cranico si è allentato“, la necroscopia ha scoperto che “il fallimento di questo impianto può essere considerato puramente meccanico e non derivante da un’infezione” .
All’interno di questa documentazione non mancano anche citazioni in merito a soppressioni legate a infezioni sopraggiunte a causa di rotture dell’impianto cerebrale o legate ad alterazioni psichiche che hanno iniziato ad affliggere l’animale pochi giorni dopo l’impianto cerebrale.
D’altro canto Musk invece continua a smentire il tutto attestando che siano state scelte comunque scimmie in stato terminale proprio al fine di “minimizzare il rischio per le scimmie sane”, parole che però Wired smentisce a sua volta citando un ex dipendente che afferma come si tratti di falsità in quanto, necessitando il programma di almeno un anno di test, abbia bisogno necessariamente di scimmie sane, dipendente che ha preferito restare anonimo per la sua incolumità.