Sono ormai quasi sei anni che l’interfaccia Neuralink conosciuta come BCI N1 è in via di sviluppo. La celebre società fondata nel 2016 da Elon Musk insieme ad altri imprenditori, ha affrontato svariate problematiche prima di poter operare in tutta tranquillità con questa soluzione.
A mettere i bastoni tra le ruote è stata innanzitutto l’FDA, che in seguito ha dato l’approvazione. Dopo questi passi necessari, si è potuto passare poi allo step successivo e quindi ora ci siamo: si passa definitivamente alla sperimentazione sull’uomo. Parte dunque in maniera ufficiale il programma di iscrizioni Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface, che rispetto a Synchron arriva con due anni di ritardo.
Stando a quanto affermato dagli addetti ai lavori, “l’obiettivo dello studio è di condurre una valutazione della sicurezza relativa al nostro impianto (N1), del robot chirurgico (R1) e di valutare le prestazioni iniziali della nostra BCI, che consente alle persone paralizzate di controllare dispositivi esterni tramite il pensiero.”
Neuralink dà il via alla sperimentazione sull’uomo della sua interfaccia N1
È facile capire dunque che non si tratta assolutamente dell’utilizzo di elettrodi o altre cose del genere, ma di chirurgia robotica a tutti gli effetti. Verranno applicate delle sonde molto sottili dette Utah, tutte all’interno della corteccia motoria di un unico soggetto.
L’obiettivo è quello di registrare gli impulsi elettrici e di trasmetterli wireless, con la persona sotto esame che potrebbe essere in grado di inviare dei comandi ad un computer, con quest’ultimo a sua volta in grado di interpretarli. Ovviamente i comandi che la persona analizzata invierà al computer, arriveranno con il pensiero.