L’idea viene da un particolare caso avvenuto in America, dove l’utilizzo di un sistema di riconoscimento di targhe ha permesso il ritrovamento e la condanna di un trafficante di droga. L’utilizzo di questa tecnologia non è una novità in America, utilizzata soprattutto per cercare auto legate a crimini specifici, ma in questo caso vi è stata affiancata l’intelligenza artificiale, ed è questa la vera novità.
Le forze dell’ordine del dipartimento di Westchester County grazie al sistema di AI hanno individuato un’auto sospetta per le sue ambigue abitudini di guida. I controlli sono avvenuti grazie ad un database di 1,6 miliardi di targhe, raccolte in due anni in tutto lo stato di New York. Questi rivelamenti hanno permesso alla polizia di cogliere in fragrante il sospettato con 12 kg di cocaina nel bagagliaio. L’AI ha permesso al sistema di annotare, oltre alla targa, anche marca, modello e colore dei veicoli considerati sospetti.
La società dietro tale innovazione è Rekor, azienda con una capitalizzazione da 125 milioni di dollari e quotata alla borsa di New York. Il punto di forza di questo sistema di sorveglianza consiste nel software utilizzato che non richiede l’istallazione di nuove telecamere, ma viene semplicemente installato in quelle che sono già in uso. Tali telecamere possono essere fisse, affisse a pali e cartelli stradali, o anche mobili come quelle trasportate dai veicoli della polizia o anche appartenenti al singolo consumatore. Il sistema presentato da Rekor, utilizzato negli autovelox, può inoltre individuare le autovetture che compiono infrazioni del codice della strada e far partire istantaneamente una sanzione amministrativa nei confronti dei conducenti.
Nonostante il sistema sia già ampiamente diffuso – il progetto ha infatti aggregato già i dati di localizzazioni di milioni di veicoli negli ultimi tre anni – l’azienda ha dichiarato che migliorerà ulteriormente i sistemi di controllo della polizia locale, soprattutto considerando i nuovi accordi raggiunti con numerosi dipartimenti di polizia negli Stati Uniti e in Australia.
L’innovazione promette grandi novità, ma sono molti coloro che si oppongono a questo sistema in nome della privacy dei cittadini. L’avvocato Ben Gold, a tal proposito, ha definito le riprese e analisi dell’AI come una “perquisizione” che invade la privacy della società. La causa sarebbe da ricercare nell’assenza di controllo giudiziario. Nonostante tali criticità il sistema di sorveglianza attraverso l’intelligenza artificiale continua la sua scalata e presto potrebbe arrivare anche nelle strade europee.