Nell’imaginario collettivo, l’esplosione di una bomba atomica si tramuta in una gigantesca colonna di fumo, simile ad un fungo, che nel giro di pochi minuti distrugge tutto quello che conosciamo. Ovviamente l’immagine che si presenta nelle nostre menti è assolutamente vera, ma non è la sola cosa che un’esplosione nucleare porta con sé. Dobbiamo infatti ricordare che gli effetti di un tale evento catastrofico si protraggono nel tempo e vanno ben oltre la distruzione iniziale.
Le armi atomiche
Oltre alle bombe, tutte le armi atomiche combinano insieme reazioni di fissione e fusione creando esplosioni con una potenza che la mente umana non può nemmeno immaginare.
Il funzionamento di questo tipo di ordigni si basa su un processo molto complesso che parte da una reazione di fissione nucleare durante la quale assistiamo alla divisione di un nucleo atomico all’interno di un elemento pesante (detto fissile), in due o più nuclei di massa inferiore, successivamente alla collisione con un neutrone libero. Questo processo di rottura porta a sua volta alla produzione di elementi più leggeri e di neutroni liberi, oltre che ovviamente un’enorme quantità di energia. I neutroni liberi, supportati dal materiale fissile con una massa sufficientemente grande (massa critica), sono in grado di colpire i nuovi nuclei producendo così una reazione a catena. Tale reazione si propaga velocemente in tutta la massa di materiale liberando in questo modo una quantità spropositata di energia in tempi brevissimi.
Se la detonazione avviene vicino al suolo causa effetti devastanti per tutta l’area immediatamente vicina all’esplosione, ma se avviene per via aree allora il suo impatto può essere globale.
Gli effetti della detonazione di una bomba atomica
Hiroshima e Nagasaki sono i due grandi esempi della storia. Il 6 e il 9 agosto del 1945 furono sganciate le due bombe che cambiarono per sempre la vita e la storia di queste due città e causando nel giro di pochi secondi il più alto numero di vittime (stimato fra le 150.000 e le 220.000 persone) della guerra.
La distruzione materiale di un’esplosione nucleare è oltre misura spaventosa. L’onda d’urto, oltre a distruggere monumenti ed edifici, scaraventa i detriti a velocità altissime per centinaia di chilometri. Eppure, la distruzione fisica non è la sola conseguenza devastante. Le superfici che vengono illuminate in linea diretta dall’esplosione possono raggiungere temperature altissime, pari a quelle del centro del sole. Il lampo provocato dallo scoppio, avendo tra le altre cose una forte componente di alte frequenze, può completamente distruggere la retina dell’occhio umano e rendere ciechi chi vi è a contatto. E non solo. Se al momento della detonazione non si è schermati da oggetti o tute protettive, le temperature raggiunte possono causare ustioni mortali e distruggere interi organismi.
La potenza devastante delle radiazioni
Inoltre, le maggiori conseguenze protratte nel tempo sono quelle causate dalle radiazioni ionizzanti. Le radiazioni emerse da un’esplosione nucleare sono prevalentemente di tipo gamma, questo vuol dire che hanno un’intensità estremamente alta anche se la loro emissione ha una breve durata. Caratteristiche delle gamma sono i suoi effetti sul lungo termine. I danni istantanei furono enormi, ma ancor più lo sono statele conseguenze future con l’aumento del tasso di malattia acuta da radiazioni e diverse tipologie di cancro, patologie legate a danni genetici e malformazioni dei feti. Tutto questo causato dall’esposizione diretta all’esplosione, ma anche e probabilmente soprattutto al contatto con polveri e acqua contaminati.
L’impatto della radioattività della bomba non colpisce solo gli uomini. Un’esplosione nucleare ha infatti gravi ripercussioni anche sull’ambiente, contaminando il suolo e le risorse idriche, rendendo inabitabili intere e vaste aree per decenni o addirittura secoli.
Il nucleare oggi
Per la gravità dei danni causati e per le implicazioni etiche connesse, quello avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale è stato il primo e l’ultimo utilizzo di questo tipo di armi in guerra. Nonostante ciò, a parte dagli anni successivi alla guerra, lo sviluppo degli ordigni atomici, e non solo, non si è fermato, anzi, ha registrato un significativo aumento. La produzione di armi nucleare con gli anni si è sviluppata, portando alla realizzazione di numerose testate sempre più sofisticate e letali.
L’utilizzo delle nuove armi termonucleari, in un contesto globale come il nostro, potrebbe portare a conseguenze ancora più devastanti di quelle accadute negli anni 40. A pagarne le conseguenze sarebbe anche il nostro precario contesto climatico, arrivando anche alla diffusione di fenomeno irreversibili come l’inverno nucleare (raffreddamento globale) e la distruzione dell’intera catena alimentare.