La nuova legge permette alle forze dell’ordine di registrare un elenco di dati, tra cui l’accesso alla posizione, al microfono e alla fotocamera degli smartphone. E non solo. Il provvedimento, infatti, riguarda non solo gli smartphone, ma tutti gli altri dispositivi elettronici in possesso dei cittadini.
L’approvazione del disegno di legge è stata incentivata anche dalle acute proteste per la morte del Nahel Merzouk. Il ragazzo diciassettenne, morto lo scorso giugno a Nanterre a seguito di un controllo da parte della polizia. Il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti garantisce che queste nuove norme riguarderanno solo alcuni casi all’anno e saranno rivolti, nello specifico, alle persone sospettate di reati
legati al terrorismo o alla criminalità organizzata, punibili con almeno cinque anni di reclusione. La scelta di questa soglia non è casuale, infatti, ha lo scopo di limitare l’uso delle ricerche di sorveglianza ai reati più gravi.Nonostante le continue rassicurazioni sono molti i cittadini contrariati da questo provvedimento perché temono che dia alla polizia il potere di svolgere delle vere e proprie analisi a tappeto su tutte le abitudini e i dati dei cittadini francesi. Il gruppo per i diritti digitali La Quadrature du Net si espresso a riguardo mettendo in evidenza come una simile misura possa trasformarsi un attacco alla sicurezza e alla vita privata dei cittadini. La paura sulla sorveglianza di massa riguarda anche la possibilità che la soglia selezionata per i crimini possa essere estesa ad altri tipi di reati meno gravi, allargando dunque il bacino di popolazione inclusa nelle ricerche.