Gli intervistati hanno dichiarato che il fenomeno si è presentato sul proprio smartphone (80%), ma anche su altri dispositivi come computer (51%) e tablet (24%). Il 47% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi spiato o addirittura di provare paura (9%). Ma cosa c’è dietro questo fenomeno?
Se almeno una volta vi siete sentiti spiati dai vostri smartphone forse la sensazione non era del tutto sbagliata. Il responsabile di questa “sensazione” è il tracciamento ultrasonico tramite multi dispositivi, che monitora comportamenti ed interessi degli utenti. Il suo nome in inglese è “ultrasonic cross-device tracking” e si basa sul passaggio di informazioni tra applicazioni che hanno accesso al microfono. Questi programmi restano costantemente in ascolto, carpendo suoni ad alta frequenza e raccogliendo informazioni sui singoli individui, completamente ignari. Utilizzando gli ultrasuoni, i beacon (nome tecnico) possono rilevare la presenza stimoli provenienti da programmi televisivi, video e siti online, o anche app installate nei nostri smartphone.
L’ultrasonic cross-device tracking offre sicuramente dei vantaggi, ma allo stesso tempo è fonte di continue discussioni da parte degli esperti di privacy. Ciò che viene contestata è la scarsa trasparenza, la scarsa attenzione alla sicurezza e alla protezione di dati sensibili dei consumatori.
Questo tipo di tecnologia non ha bisogno di internet per poter funzionare: è sufficiente l’accesso al microfono. Pensandoci, sono molte le app che chiedono l’accesso al microfono dello smartphone anche quando sembra che tale funzione non sia utile al suo funzionamento. Una volta concessa l’autorizzazione, infatti, viene inserito un particolare beacon ultrasonico in grado di raccogliere informazioni anche quando non abbiamo una connessione dati o Wi-Fi.
Al momento non è possibile bloccare in modo definitivo i beacon ultrasonici. L’unico modo per ridurre le possibilità che lo smartphone riceva questi stimoli audio è evitare di assegnare poteri non necessari alle applicazioni installate. Nel caso in cui i permessi sono già stati concessi è possibile modificare le varie impostazioni del proprio smartphone per revocare l’accesso a tutte le applicazioni che non ne necessitano per funzionare correttamente. Inoltre, usare una Vpn può essere una buona soluzione per evitare di essere tracciati.