Secondo quanto diffuso in questi giorni da Bloomberg, con l’avvallo economico (e non solo) del governo cinese, l’azienda starebbe ricevendo un grande aiuto da alcune realtà di Taiwan per riuscire a raggiungere la totale indipendenza nella produzione dei chip da integrare direttamente all’interno dei propri dispositivi, con la creazione di nuove fabbriche nel territorio meridionale della Cina.
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La situazione è paradossale, fa notare Bloomberg, per il semplice fatto che aiutando Huawei, la stessa Taiwan sta indirettamente appoggiando la Cina, quella Cina che da mesi minaccia una vera e propria invasione della repubblica democratica di Taiwan. In parallelo, una simile decisione potrebbe incrinare i rapporti con gli USA, l’unico grandissimo alleato su cui il piccolo Stato da sempre fa affidamento per la propria protezione. In ultimo non è da escludere anche il possibile utilizzo delle tecnologie e delle fabbriche che Taiwan sta aiutando a costruire, per la realizzazione di chip da utilizzare in un secondo momento in armi che andrebbero ad incrementare l’arsenale che la Cina potrebbe utilizzare in un ipotetico conflitto.