Da sempre l’uomo ha desiderato di oltrepassare i confini della Terra ed esplorare l’ignoto spazio cosmico. Ora, nel XXI secolo, ci troviamo sull’orlo di una nuova era, dove la visione dell’uomo come unico abitante del pianeta Terra sta diventando obsoleta. La diffusione dell’umanità nello spazio, un tempo tema di romanzi di fantascienza, è ora una realtà in crescita.
In questo contesto, il vuoto siderale non è più così desolato come una volta. Lo spazio, un tempo dominio esclusivo di stelle e pianeti, oggi si “riempie” della presenza umana. Grazie a missioni spaziali sempre più audaci e frequenti, e all’inviare ininterrotto di sonde e missili oltre l’orbita terrestre, si sta tessendo una rete di esplorazione che estende il raggio d’azione ben oltre i confini del nostro pianeta.
Con l’incremento di questa presenza, diventa fondamentale riconoscere la necessità di stabilire provvedimenti e sanzioni che regolino l’interazione e la permanenza dell’uomo nello spazio. Una gestione responsabile e sostenibile dello spazio garantisce non solo la sicurezza delle missioni, ma anche il rispetto dell’ambiente che circonda il nostro pianeta. A tal proposito l’America è intervenuta realizzando quello che a tutti gli effetti è un precedente storico. È stata emessa una multa per una società che ha smaltito in modo scorretto dei rifiuti nello spazio! Scopriamo i dettagli di questa vicenda.
Multa per i rifiuti spaziali
Le autorità statunitensi hanno deciso di intervenire contro Dish, società televisiva degli Stati Uniti con una multa di 150.000 dollari per detriti spaziali. La questione è passata per la Federal Communications Commission (FCC) e il provvedimento è stato severo, ma giusto.
A quanto pare, la società televisiva non aveva disattivato adeguatamente uno dei suoi satelliti, EchoStar-7, che ruotava intorno alla Terra da ormai 21 anni (2002).
La Dish aveva annunciato una fine diversa per il suo satellite. Da sue dichiarazioni precedenti alla multa, infatti, era emerso che al termine della vita operativa di EchoStar-7 il satellite sarebbe stato spostato ad un’altitudine di 300 chilometri sopra il suo arco operativo. Eppure, le cose non sono andate così. Quando è arrivato l’effettivo momento di disattivare il satellite la società ha deciso di ritirare, a causa di scarso carburante, solo a 120 chilometri sopra l’arco originale.
Proprio questa decisione ha sollevato diverse preoccupazioni sulla formazione di detriti spaziali. La FCC ha per questo ribadito l’importanza di garantire che gli operatori spaziali rispettino impegni e regole, soprattutto in questo periodo storico in cui l’economia spaziale sta accelerando.
Sulla questione, la società Dish ha dichiarato che non ci sono prove effettive che il suo satellite rappresenti davvero una minaccia sulla questione detriti spaziali.
La disposizione partita dal governo degli Stati Uniti mostra quanto si stanno intensificando gli sforzi per garantire che le società che agiscono nello spazio abbiano un corretto comportamento soprattutto quando si parla di detriti. La questione dei detriti, infatti, è sempre più pressante. Le stime attuali confermano la presenza di circa un milione di pezzi di detriti più grandi di un centimetro in orbita intorno al nostro pianeta, ognuno dei quali potrebbe disabilitare una navicella spaziale mettendo in pericolo intere missioni.