L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente approvato il secondo piano di TIM per la disattivazione delle sue centrali locali al rame, un passo significativo nel processo di decommissioning della rete di accesso in rame dell’operatore. Questa decisione coinvolge un totale di 1.342 centrali, che dovranno aderire ai requisiti normativi esistenti in termini di copertura di nuova generazione (nGA) e percentuale di migrazioni dalla rete in rame alla fibra ottica.
TIM: verso la disattivazione delle centrali di accesso alla rete
Il piano, inizialmente presentato da TIM nel 2017, mira a disattivare progressivamente circa 6.000 delle 10.000 centrali di accesso alla rete. Questo fa parte di un’iniziativa più ampia per spostare i clienti verso una connettività più veloce e affidabile attraverso le reti in fibra ottica FTTH (Fiber to the Home) o FTTC (Fiber to the Cabinet), a seconda della copertura disponibile. Solo in circostanze eccezionali, i clienti saranno migrati a una rete mista fibra-wireless FWA.
La lista completa delle centrali interessate da questa migrazione è stata resa pubblica sul sito web dell’AGCOM, insieme ai risultati delle verifiche effettuate e ai tempi di preavviso necessari per la disattivazione. Questo è un passo importante per TIM, poiché la società cerca di modernizzare la sua infrastruttura di rete e offrire servizi più efficienti ai suoi clienti.
La migrazione dalla rete in rame alla fibra ottica è una tendenza globale, ma l’approvazione dell’AGCOM rappresenta un momento cruciale per l’Italia, accelerando il passaggio a una connettività più veloce e più affidabile. Questo non solo migliorerà l’esperienza utente, ma potrebbe anche avere un impatto positivo sullo sviluppo economico e tecnologico del paese. Inoltre, la decisione dell’AGCOM potrebbe servire come modello per altri operatori di telecomunicazioni che cercano di aggiornare le loro reti. La migrazione verso la fibra ottica è fondamentale per sostenere l’aumento del traffico dati e delle applicazioni ad alta larghezza di banda, come lo streaming video e i servizi cloud. Pertanto, l’approvazione di questo piano segna un passo significativo verso una rete di telecomunicazioni più moderna e resiliente in Italia.