La Gioconda, conosciuta anche con il nome di Monna Lisa, è una delle opere più famose e affascinanti dell’intero panorama artistico. Si tratta di un dipinto a olio nato dalle mani del genio del rinascimento italiano, Leonardo da Vinci.
Questo quadro, adesso conservato del museo del Louvre di Parigi, ha delle dimensioni ridotte, 77×53 cm, eppure è una delle opere più visitate al mondo. I motivi della grande celebrità della Gioconda sono molteplici e tutti da ricercare nella grande maestria di Leonardo.
Sicuramente l’enigma più interessante che ruota intorno a quest’opera è la singolarità del sorriso del soggetto. Il sorriso appena accennato della Gioconda è molto particolare perché appare diverso in base all’angolo di visualizzazione generando un’atmosfera enigmatica e un senso di profondità nell’opera.
Nonostante la Gioconda sia datata intorno al 1503-1506 si sente ancora tanto parlare di lei ai giorni nostri. Per esempio, recentemente, è stata fatta una nuova scoperta che riguarda proprio il capolavoro di punta del museo francese.
Uno studio condotto da alcuni esperti e appena pubblicato dal Journal of American Chemical Society ha analizzato meglio il dipinto trovando delle interessanti rivelazioni.
In particolare è stato prelevato un frammento del bordo superiore destro del quadro che è stato successivamente scansionato ai raggi X di un sincrotrone.
Si è scoperto che lo strato di fondo della Gioconda è stato composto, utilizzando una tecnica particolare, con il plumbonacrite, un sottoprodotto dell’ossido di piombo. Questo composto ha creato un olio con un bellissimo colore dorato, simile al miele.