La fobia nasce a causa dei vari incendi che si sono verificati nel corso di quest’anno. L’ultimo esempio è l’incendio all’aeroporto di Luton, anche se questo è stato provocato da un’auto diesel e non da una elettrica. Il web però distorce spesso le notizie e alla fine la colpa è ricaduta comunque sulle auto green.
Un altro caso che dimostra come le auto elettriche vengano “incolpate” anche quando non c’entrano è l’incendio avvenuto sulla Freemantle Highway. Le indagini successive all’incendio hanno dimostrato come la causa dell’incendio non fosse da associare alle auto elettriche; eppure, ormai la notizia aveva fatto il giro del mondo ed era stato già deciso che la polpa dovesse ricadere su quest’ultime. Esempio simile riguarda un autobus bruciato a Brandford
. L’incendio è stato documentato in un video che ha fatto il giro del mondo, accompagnato da commenti del tipo “Gli autobus elettrici fanno questa fine”. L’autobus in questione era un ibrido gasolio-elettrico, che non ha realmente causato l’incendio.A quanto pare dunque la colpa dovrebbe ricadere sulle fake news. Gli esempi sono vasti e tutti, o quasi, si sono rivelati poi delle storie inventate dal web. Purtroppo, è più facile che a diffondersi siano informazioni fasulle piuttosto che la verità e questo non fa altro che aumentare speculazioni e dicerie. Tutto questo, nel caso delle auto elettriche, ha portato alla nascita di una nuova fobia.
La speranza è che le dicerie vengono dissipate e che le auto elettriche continuino la loro diffusione. Questo però non può accadere fino a quando non si inizierà a lavorare concretamente al fine di eliminare le fake news. Il primo passo deve essere compiuto da fonti autorevoli che possano convincere gli utenti della veridicità delle proprie parole rispetto a quelle che circolano sui social. Fino ad allora purtroppo sarà difficile guarire dall’Elettroautofobia.