L’Unione Europea sta cercando di intervenire su questo argomento attraverso un corpus di leggi, il primo, che tratta in prima persona dell’intelligenza artificiale. L’AI Act, potrebbe essere un primo passo verso una legislazione che copri l’uso dell’intelligenza artificiale, visto che il resto del mondo non si è ancora pronunciato a riguardo.
Mentre si cerca di trovare un punto di svolta da parte dei diversi governi, sono le aziende ad intervenire con provvedimenti ad hoc per le violazioni da uso di AI.
In merito a questo dibattuto argomento è intervenuta Google. Infatti, può capitare, ad esempio, che lavorando in uno spazio Google workspace di ricevere una multa per violazione del diritto d’autore
a causa dell’uso dell’intelligenza artificiale. Cosa accade in questi casi?L’azienda ha dichiarato che il suo nuovo obiettivo è quello di farsi carico completamente di ogni violazione di copyright dovute all’uso dell’intelligenza artificiale. Si tratta di un provvedimento dovuto, a causa delle continue accuse di violazioni di cui è stato vittima il sistema dell’AI. La soluzione di Google è quella più sensata al momento. In attesa che si sviluppino nuove leggi sull’argomento le aziende continuano ad utilizzare questa tecnologia e cercano di tamponare le violazioni pagando le multe arrivate ai loro utenti, attivando così meccanismi correttivi.
Tutto ha avuto inizio alcuni mesi fa quando Microsoft ha dichiarato di essere intenzionato ad assumersi la responsabilità legale per le violazioni di copyright fatte dagli utenti che sfruttano Copilot. Anche Microsoft, dunque, si impegnerà a pagare le multe dei suoi utenti al posto loro.
Bisogna ricordare che i servizi che utilizzano AI sono coinvolti nella questione della proprietà intellettuale usata per far sì che gli algoritmi possano allenarsi. Dunque, situazioni di questo tipo possono accadere ed è un bene che le aziende abbiano intenzione di compiere questo primo passo a favore dei propri utenti.