La Polizia è riuscita ad individuare e arrestare il presunto leader del gruppo hacker Ragnar Locker. Questo gruppo è noto per aver effettuato diversi attacchi informatici mirati a diverse aziende in tutto il mondo, con l’obiettivo di ottenere un riscatto in cambio della restituzione dei dati rubati.
Secondo le autorità, l’uomo arrestato sarebbe responsabile di aver coordinato gli attacchi informatici del gruppo e di aver negoziato i riscatti richiesti alle vittime. L’arresto è stato effettuato grazie a un’operazione congiunta tra la Polizia italiana, svizzera e francese.
Le indagini e l’arresto dell’hacker
Dopo una lunga indagine, la Polizia è riuscita a rintracciare e catturare in Francia un uomo di 35 anni, considerato il capo del gruppo di hacker specializzato in attacchi ransomware. Questi, negli anni, hanno preso di mira diverse organizzazioni, tra cui l’ospedale israeliano Mayanei Hayeshua sito a Tel Aviv e la compagnia aerea più importante del Portogallo. Durante le ricerche sono state 168 le persone collegate al gruppo. L’uomo ora fermato, dalle origini apparentemente russe, è stato accusato di aver sviluppato dei software con al loro interno componenti malevoli.
In Italia, i colpi di Ragnar Locker hanno attaccato Dollmar, Campari e l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Le richieste di riscatto hanno raggiunto complessivamente una cifra che oscilla tra i 5 e i 70 milioni di dollari. La cosa più infima è che anche dopo il pagamento i dati non sono mai stati restituiti. I criminali hanno invece proseguito le loro azioni con altri ricatti, minacciando di pubblicare tutto sul dark web e richiedendo poi altre somme di denaro.
L’operazione condotta dalla Polizia è stata per questo definita un successo nella lotta contro il crimine informatico. Essa è considerata un importante messaggio alle organizzazioni criminali che operano online. Tale successo dimostra anche che le autorità sono in grado di individuare e perseguire gli hacker e di proteggere le aziende e i cittadini dalle conseguenze negative.