La Banca Centrale Europea continua con il suo progetto per la realizzazione di una moneta virtuale: l’euro digitale. Sia superata la prima fase in cui ci sono state le consultazioni ed ora si è raggiunto finalmente una fase concreta. Non sarà una criptovaluta, ma un’alternativa ai normali contanti. Essa non subirà le fluttuazioni tipiche delle crypto-currencies.
Rispetto poi ad altre strumentazioni digitalizzate, questa sarà emessa da una banca e non da un privato. In Italia non si è molto abituati ai pagamenti digitali, probabilmente perché non tutti capiscono che in sostanza non cambia molto. Il nostro portafogli diverrà semplicemente consultabile e controllabile più facilmente tramite lo smartphone. Potremmo pagare come sempre le nostre spese presso i negozi, i bar o in qualsiasi altro store. In più, essendo una moneta bancaria, non potrà essere rifiutata dagli esercenti.
I vantaggi del suo utilizzo sono molti. Si potrà pagare anche se non si ha un conto bancario, il che significa che anche i minorenni potranno effettuare acquisti senza dover possedere per forza una carta di credito o di debito. Non ci saranno poi commissioni, a meno che il portafogli non venga collegato ad una carta di credito. Questo comporterà il pagamento del servizio in base all’emittente della stessa. Rispetto hai contanti cartacei, l’euro digitale è molto più sicuro
. Esso viene infatti archiviato sui dispositivi tramite un accesso protetto e può essere anche sfruttato per effettuare dei trasferimenti di denaro da persona a persona.Altro dettaglio importante è che, come detto, sarà stabile, diversamente dalle criptovalute. Anche se i pro sono parecchi, potrebbero comunque insorgere dei problemi. La sua introduzione probabilmente impatterà sull’intero sistema bancario. Poiché il nostro padre portafogli sarà virtuale, la massa liquida presente nelle banche sarà destinata a diminuire. Grazie ad una ricerca effettuata da Mediobanca, infatti, si è scoperto che l’euro digitale potrebbe portare un cambiamento fino al 20% sui profitti delle banche di tutta Europa.
Per cercare di risolvere questo problema, il progetto prevede un tetto massimo di 3.000€, tuttavia non c’è ancora stata una conferma effettiva. Prima di vederne gli effetti però dovremmo aspettare ancora un po’ di tempo. La fase due dovrà essere prima conclusa e bisognerà anche risolvere diverse questioni tecniche, oltre che completare l’iter legislativo, poi potrà fare il suo debutto.