Alcuni esperti dell’IIT, ovvero dell’ Istituto italiano delle tecnologie, hanno svolto studi davvero interessanti su un frammento di vetro piuttosto particolare, scoperta avvenuta ad Aquileia, antica città militare di frontiera ed ex capitale dell’Impero romano.
E’ ormai da anni che Aquileia rappresenta una delle città più importanti per quanto riguarda lo studio e le scoperte archeologiche. Non a caso e, essa, nel 1998, è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco
Ma perché un frammento di vetro dovrebbe essere così importante?
Ebbene, sappiate che il materiale, dopo essere stato sepolto per secoli e secoli, presenta attualmente una curiosa patina con una struttura nanometrica super ordinata. E se pensiamo al fatto che si tratta di un materiale dell’antica Roma, la cui tecnologia non includeva in alcun modo i cristalli fotonici, il tutto diventa ancora più sorprendente.
Gli scienziati dell’IIT, hanno infatti pensato che la scoperta di questo frammento di vetro e della sua particolare composizione potrebbe essere replicata. O meglio, il suo processo di creazione potrebbe essere replicato per la realizzazione di nuovi metodi di fabbricazione di alta tecnologia. Come i sensori e le fibre ottiche.
Insomma, secondo gli esperti attualmente attivi nella ricerca, attraverso la comprensione del processo di realizzazione dei cristalli fotonici (la cui composizione è appunto uguale a quella del frammento di vetro ritrovato) sarà possibile creare nuovi materiali, alcuni dei quali utilizzati per le telecomunicazioni.
Per coloro che vogliono approfondire il tema in questione, la notizia è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Il lavoro è opera del team guidato da Arianna Traviglia, coordinatrice del Centre for Cultural heritage technology (Ccht) dell’IIT di Venezia.