Nuova impennata di startup pronte alla fusione nucleare Le startup pronte ad una fusione nucleare finora hanno raccolto circa 6 miliardi euro per il loro progetto. Queste al momento sono 44, ma il loro numero continua a salire. L’ultima arrivata è Proxima Fusion, nata lo scorso maggio con lo scopo di esplorare le tecnologie per la fusione nucleare ed ora ha annunciato il via ai lavori. La startup è una derivata dell’Istituto Max Planck per la fisica del plasma ed è composta da alcuni professionisti provenienti dal Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston e di Google X, inoltre alla sua guida troviamo due italiani: il direttore operativo Lucio Milanese e l’AD Francesco Sciortino.

Al momento Proxima Fusion può vantare 7 milioni di euro da utilizzare per lo sviluppo di uno stellarator, ovvero una tecnologia usata per avviare la fusione nucleare. Inoltre, grazie all’uso del stellarator si potrà replicare sul nostro Pianeta il meccanismo fisico in grado di alimentare le stelle con la creazione di grandissime quantità di energia. Il tutto svolto senza il pericolo della presenza di gas serra o scorie radioattive.

Le startup preparano la fusione nucleare

Ma come funziona la fusione? Due nuclei leggeri si uniscono per costituirne uno più pesante e durante questo processo generano energia. Ci sono diverse possibili strade per avviare questo tipo di reazione. Una di queste riguarda il confinamento magnetico. Secondo questo procedimento si inseriscono atomi di deuterio e trizio (ovvero isotopi dell’idrogeno) in una struttura a ciambella (tokomak). Questi vengono riscaldati fino a quando non raggiungono lo stato di plasma e poi viene innescata la fusione nucleare.

La fusione nucleare fa parte di un business che possiamo chiamare ancora “giovane”. Le 44 startup che hanno deciso di investire in questo progetto sono convinte che il nucleare è la risposta per risolvere tutti i problemi che affliggono l’umanità. Questo infatti potrebbe garantire, secondo gli esperti, alimentazione illimitata con zero emissioni. Per il momento il traguardo prefissato dagli esperti per una produzione totale di energia a fusione nucleare è ancora abbastanza lontano. Si parla infatti del 2050.

La diffusione di un business

Nonostante ciò, le ultime iniziative stano portando moltissime altre startup a voler prendere parte a questo business per guadagnare la gloria. In particolare, tra queste troviamo Helion Energy, azienda con sede a Everett (Washington). Questa, è sostenuta, tra gli altri, da due personalità molto importante nel settore industriale tech americano, ovvero Sam Altman (capo di OpenAI) e Reid Hoffman (cofondatore di LinkedIn). L’industria ha siglato un accordo con Microsoft, a conti fatti il primo effettivo cliente della startup. L’accordo prevede la consegna nel 2028 di un impianto a fusione nucleare in grado di alimentare i calcolatori utilizzati per sviluppare i sistemi ad intelligenza artificiale.

La maggior parte delle startup interessante al nucleare, come detto, si trovano negli Stati Uniti, ma ad oggi sono molti gli Stati che sono pronti ad investire e farsi valere in questo settore. Anche l’Italia non è esclusa. Duetelio di Gavirata, nata nel 2022, al momento sostenuta da circa 534mila di fondi. Lo scopo di questa startup è quello di lavorare ad una reazione a base di deuterio che ha l’obiettivo di arrivare ad un impianto dimostrativo entro il 2027. L’idea è quella di passare alla sua commercializzazione a partire poi dall’anno successivo.

In ogni caso, l’Europa se considerata come un unico blocco, segue immediatamente gli Stati Uniti, anche escludendo la Gran Bretagna, con sei operatori attivi per la lavorazione nel settore nucleare.

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