Prendendo spunto da quanto introdotto da Elon Musk su X (ex Twitter), Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha annunciato che, entro il mese di novembre, procederà con il lancio di un abbonamento Premium per gli iscritti a Instagram e Facebook. Gli utenti, quindi, avranno comunque la possibilità di utilizzare le due piattaforme gratuitamente ma sottoscrivendo un abbonamento a pagamento potranno dire addio agli annunci pubblicitari.
Rispetto a X, che con i suoi piani a pagamento propone agli iscritti numerosi servizi aggiuntivi non disponibili altrimenti, Meta non includerà alcun particolare vantaggio se non la possibilità di utilizzare i due social senza essere disturbati dagli annunci pubblicitari. La notizia, infatti, sta facendo storcere il naso a più alimentando dibattiti che vanno dal prezzo non indifferente previsto per l’abbonamento mensile agli aspetti legali riguardanti l’utilizzo dei dati dei singoli utenti e l’idea che pagare possa essere l’unico modo per tutelare la propria privacy.
Meta annuncia l’arrivo dell’abbonamento che permetterà di tutelare i propri dati!
La decisione di Meta di proporre un abbonamento per l’utilizzo delle sue piattaforme senza annunci pubblicitari scaturisce dalle recenti mosse compiute dall’Unione Europea che regolamenta in maniera più ferrea l’utilizzo dei dati dei singoli utenti da parte delle piattaforme digitali. L’azione di Zuckerberg, però, fa discutere e suscita il dissenso di un gran numero di ONG che, a tal proposito, hanno dato il via a delle vere e proprie campagne che pongono l’attenzione sul concetto “Pay for your rights“. Pagare per poter avere il diritto di decidere la sorte dei propri dati personali e, quindi, per garantire la tutela della propria privacy è ritenuta, non a torto, una pratica illecita con la quale il colosso di Menlo Park potrebbe dover fare i conti.
Senza alcun dubbio, escamotage utile al colosso sarà quello di procedere in tempi brevi con l’implementazione di una serie di servizi aggiuntivi comprendenti funzionalità da sfruttare online non riguardanti esclusivamente il trattamento dei dati a scopi pubblicitari. Imitando l’ex Twitter, Zuckerberg potrebbe distogliere l’attenzione posta all’aspetto legale della sua mossa e ottenere il consenso degli utenti ma è lecito dubitarne soprattutto se considerata la particolare attenzione, recentemente diffusasi, da parte degli utenti nei confronti del trattamento dei dati personali.