Secondo la Federal Trade Commission, guidata da Lina Khan, l’algoritmo (chiamato Project Nessie) è stato utilizzato da Amazon per riuscire a scovare prodotti specifici per i quali si prevede che anche gli altri negozi online seguano gli aumenti di prezzo imposti da Amazon. Cosa significa? Secondo l’accusa, Amazon avrebbe in questo modo venduto una parte dei suoi prodotti con un prezzo maggiorato e quindi ottenendo un profitto extra illegale. Gli unici momenti in cui l’algoritmo risultava disattivato erano durante il Prime Day, ovvero quando l’attenzione mediatica era massima sulla piattaforma per acquisti online.
Amazon, tramite il suo portavoce Tim Doyle, ha dichiarato che il progetto è stato in realtà abbandonato da diversi anni. Inoltre, ha aggiunto che questo veniva sfruttato solo per cercare di evitare che gli abbinamenti di prezzi potessero portare a risultati insoliti con prezzi troppo bassi e quindi insostenibili.
Invece, secondo la FTC il sistema crea un metodo di concorrenza sleale poiché porta ad un processo di aumento dei prezzi. Inoltre, FTC sostiene che la maggior parte delle prove a riguardo sono andate distrutte, mentre altre non sono più disponibili poiché le conversazioni interne sarebbero state realizzate attraverso l’uso di messaggi temporanei su Signal.
E non è tutto.Le accuse continuano ancora. Secondo la FTC, Amazon impone ai venditori Prime di utilizzare la propria piattaforma di logistica anche se spesso questa non è la soluzione economicamente più vantaggiosa, proprio per i venditori. A tal proposito, basta pensare che le commissioni medie sono aumentate nel giro di quattro anni (2014-2018) dal 27% al 39,5%.
Inoltre, a settembre Amazon ha lanciato un nuovo servizio di Supply Chain, una soluzione che permette di spostare i prodotti in modo rapido ma anche affidabile. Il passaggio avviene dalle sedi di produzione ai clienti presenti in tutto il mondo. Quindi, questo strumento end-to-end permetterebbe ad Amazon di estendere il proprio controllo anche sull’intera catena di fornitura. Secondo l’azienda di e-commerce il suo intento è quello di snellire il processo, semplificandolo. In questo modo, secondo Amazon, si permette ai venditori di concentrarsi di più su fattori importanti quali i prodotti e i clienti.
La denuncia contro Amazon si basa su una serie di accuse dettagliate che sottolineano come l’azienda stia sfruttando il suo potere di monopolio per arricchirsi. Infatti, aumentando i prezzi si porta ad un processo di degradamento del servizio. Questo processo colpisce milioni di famiglie che fanno acquisti sulla piattaforma, e non solo. Ad essere colpite sono anche tutte le aziende che si affidano ad Amazon per poter vendere i propri prodotti.