Di recente abbiamo visto Instagram intento a sviluppare il prototipo di un “amico AI” da aggiungere alle chat degli utenti. Questo bot consentirà di personalizzare i propri interessi e argomenti da seguire. Gli utenti potranno costruire il chatbot scegliendone il nome, l’aspetto, l’età e il sesso e poi le sue caratteristiche. Il senso è creare un “amico virtuale” con cui parlare scegliendone le caratteristiche. Il bot-amico ottenuto può essere “riservato” e “pragmatico”, per esempio, o “spiritoso” ed “entusiasta”.
Questi sistemi alla base di bot realizzati con l’intento di rivestire il ruolo di amico dell’utente sono stati criticati e allo stesso tempo acclamati. C’è chi li vede come un possibile rimedio per una società come la nostra colpita da una forte ondata di sempre più persone sole
. Elon Musk ritiene che questi bot potrebbero anche migliorare le abilità sociali di un bambino. “Uno dei miei figli ha difficoltà a farsi degli amici e un amico dotato di intelligenza artificiale sarebbe fantastico per lui”, ha replicato Musk durante una conversazione con il primo ministro britannico Rishi Sunak in merito al progetto.Così come ci sono forti sostenitori di questi bot ci sono anche persone fortemente contrarie. Per la fazione opposta, le abilità sociali peggiorano con questi chatbot invece di migliorare. Si perde la cognizione della realtà, si fa più fatica a distinguerla dal falso e ci si affida ad un qualcosa che non esiste creato dall’IA. Per chi, invece, entrambi i versanti pro e contro hanno le proprie ragioni, le amicizie strette tra utenti e questi chatbot potrebbero aiutarli a sentirsi meno soli ed essere per certi versi d’aiuto in determinate circostanze, ma entro dei limiti che è necessario stabilire per non sostituire del tutto i rapporti interpersonali con persone reali.