Il PM Giulio Barbato ha chiesto il rinvio a giudizio di undici persone. L’inchiesta in questione, della guardia di finanza, riguarda i presunti falsi ricorsi per decreti ingiuntivi nei confronti degli operatori telefonici WindTre e TIM. Tutte le 11 persone implicate dovranno presentarsi in tribunale il prossimo 23 maggio e presenziare dinanzi al gup Maria di Carlo. Sarà proprio il gup a decidere se fissare il processo o dichiarare che non si deve procedere anche nei confronti di cinque avvocati: G. N. di Napoli, G. B. di Montesarchio, F. P. di San Martino Valle Caudina, M. D. S. di Airola e M. M, di Cervinara. Inoltre, potrebbe essere implicato anche F. P. di Santa Maria a Vico, titolare di un negozio di telefonia. Oltre i citati ci sono ovviamente anche le 11 persone che sono state rinviate a giudizio.
Processo contro falsi ricorsi
Le accuse sono di vario titolo e vanno da associazione a delinquere e falso e sono contestate in riferimento a dei ricorsi che sono stati proposti dinanzi ad alcuni giudici di pace di: Crerignola, Montesarchio, Mirabella Eclano, Airola, Canosa, Pescopagano, Cervinara e Montoro. Inoltre, sono compresi anche i decreti ingiuntivi nei confronti di due operatori telefonici: WindTre e TIM. Questo soprattutto in virtù di procura speciale che sembrerebbe essere sottoscritta da decine di consumatori. Tutto ciò avrebbe indotto, secondo quanto riportato, in errore l’organo giudicante riguardo la legittimazione dei legali e sulla fondatezza di tale pretesa degli utenti. Questo in riferimento alla consegna da parte delle società convenute del contratto in relazione alle utenze telefoniche.
Si parla dunque di una induzione in errore che per il PM Barbato si traduce in un’emissioni di decreti ingiuntivi che avrebbero portato ad un attestato “falso” del diritto della ricorrente in riferimento alla consegna di tutta la documentazione e la conseguente condanna delle società a pagare il risarcimento.
L’addebito di falso, in relazione a certificati, riguarda direttamente quella che è stata considerata una presunta falsa attestazione di autenticità della sottoscrizione che è stata apparentemente apposta agli assistiti in questione. Questo nella procura speciale a margine del suddetto ricorso per decreto ingiuntivo nei confronti delle compagnie telefoniche su citate. Sottoscrizione che invece risulterebbe essere contraffatta.