Sembra, però, la matematica può diventare la chiave per un ulteriore salto di qualità per i computer quantistici. A dirlo è un recente esperimento pubblicato sulla rivista Advances. A lavorarci è stato un gruppo di ricerca formato, tra gli altri, da Pietro Faccioli dell’Università di Milano-Bicocca, due studiosi della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, Cristian Micheletti e Francesco Slongo e Philip Hauke dell’Università di Trento.
Il gruppo di ricerca italiano ha basato il proprio esperimento su un metodo matematico per riuscire a sfruttare pianamente alcune caratteristiche di determinati computer quantistici chiamati nel settore “quantum annealer”. Questo particolare metodo, definito Qubo, ovvero l’acronimo di “Quadratic Unconstraint Binary Optimization”, è stato sviluppato al fine di simulare in un modo nuovo miscele dense di polimeri. Questi polimeri sono molecole molto pesanti, importanti per i nuovi materiali e per la biologia.
Lo stesso approccio è stato utilizzato anche sui computer tradizionali è si è dimostrato decisamente efficace. Inoltre, coinvolge anche molteplici applicazioni
che riguardano gli stessi sistemi molecolari.Secondo i ricercatori coinvolti nell’esperimento, i computer quantistici anche se promettono di aumentare in modo considerevole le performance di calcolo presentano ancora molti limiti proprio perché si parla di una tecnologia in divenire. A tal proposito Slongo, dottorando della Sissa e primo autore dello studio, afferma che la matematica potrebbe intervenire attraverso una nuova strategia di simulazione applicabile anche ai computer quantistici o anche su quelli tradizionali come già accennato.
Micheletti, a tal proposito, spiega come una tecnica di simulazione definita Monte Carlo, rappresenta da ormai decenni il metodo di riferimento per l’analisi di sistemi complessi. Tra questi rientrano polimeri sintetici e quelli biologici, come ad esempio il DNA. L’efficienza di queste simulazioni però diminuisce rapidamente a mano a mano che la densità e la taglia del sistema aumentano. Proprio per questo motivo è fondamentale riuscire a studiare sistemi realistici, come ad esempio l’organizzazione dei cromosomi all’interno del nucleo della cellula. Ma questo processo richiede un grandissimo dispendio di risorse di calcolo. L’esperimento condotto sull’unione tra matematica e computer quantistici potrebbe dunque rappresentare un vero punto di svolta. Questo dettaglio è fondamentale per un contesto tanto in espansione quanto complesso da gestire.