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Armi robot autonome: il voto delle Nazioni Unite dice no!

La questione delle armi autonome ha attirato l’attenzione a livello istituzionale durante quest’ultimo anno. Già lo scorso ottobre Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, insieme a Mirjana Spoljaric, presidente del comitato internazionale della Croce Rossa, avevano lanciato un appello a tutti gli Stati membri affinché si realizzasse uno strumento vincolante giuridicamente entro il 2026.

Lo sorso 1 novembre, la prima commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per la questione delle armi autonome. I voti a favore per il principale e più rappresentativo organo istituzionale intergovernativo sono stati 164. Il documento è stato proposto dall’Austria e sottolinea l’urgenza di affrontare le preoccupazioni riguardo i sistemi d’arma autonomi, che siano di tipo tecnologico, ma anche umanitario ed etico. Questo intervento, fondato su una dichiarazione congiunta di 70 Stati, dimostra quanto quest’ultimi sentano l’esigenza di intervenire riguardo alla questione.

Le Nazioni Unite contro le armi robot

A tal proposito, il rappresentante egiziano, dopo aver espresso il suo voto favorevole nei confronti della risoluzione, ha dichiarato che il principio della responsabilità umana, nei casi che coinvolgono armi letali deve essere preservato indipendentemente dal tipo di armi coinvolto. La possibilità, che sembra essere sempre più concreta, che la guerra diventi una sorta di videogioco, rimanda ancor di più alla questione della responsabilità. Le armi sono autonome, e agiscono senza il controllo diretto degli esseri umani, individuano il proprio bersaglio

e lo attaccano senza la presenza fisica dell’uomo a guidare l’azione. Non bisogna dimenticare però, che anche in questi casi, l’attacco è comunque comandato da militari e questo non deve essere dimenticato.

Questo tipo di armi promuovono una sorta di disumanizzazione digitale. Proprio per questo è necessaria la stesura di una normativa a livello internazionale che garantisca il controllo umano su questo tipo di tecnologia. In questo modo sarà possibile poterne definire le possibilità di utilizzo e con esse la relativa responsabilità. Un discorso di questo tipo dovrebbe poi condurre ad un sistema sanzionatorio per tutti coloro che non rispettano le regole stabilite.

L’adozione della risoluzione è il primo passo verso un dibattito ufficiale e mondiale sul tema delle armi autonome. Francesco Vignarca, coordinatore per le campagne della Rete Pace Disarmo, si è dichiarato entusiasta di questo risultato. A livello internazionale la risoluzione si traduce in un vero slancio politico.

Solo cinque Stati si sono dichiarati contrari alla risoluzione: India, Niger, Federazione Russa, Mali e Bielorussia. Mentre otto Stati si sono astenuti: Iran, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Cina, Israele, Emirati Arabi e Repubblica popolare democratica di Corea.

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Pubblicato da
Margareth Galletta