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L’intelligenza artificiale arriva a simulare il pensiero umano, i risultati sono sorprendenti

Negli ultimi mesi, ormai è diventato abbastanza noto il fatto che l’intelligenza artificiale stia facendo letteralmente passi da gigante. A tal proposito, sulla base di quanto è stato pubblicato sulla nota rivista Nature, sembra che gli scienziati stiano quasi per raggiungere la creazione di una tecnologia che sia in grado di simulare il pensiero umano.

Si tratta di un traguardo assolutamente spettacolare, che potrebbe aprire le porte a nuove scoperte e ricerche scientifiche. Ricerche grazie alle quali, sempre attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale, saremo in grado di di comprendere e replicare, nella maniera più affidabile possibile, anche gli aspetti più critici dell’intelligenza umana.

La sfida tra l’intelligenza artificiale e le capacità cognitive umane

In particolare, una specifica caratteristica del pensiero umano che gli scienziati stanno cercando di comprendere attraverso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è la “composizionalità sistematica”. Termine con il quale viene indicata la capacità degli uomini di combinare concetti conosciuti in maniera completamente nuova.

A tal proposito, molti scienziati cognitivi hanno da tempo espresso la loro opinione a riguardo. Sostenendo che le reti neurali non potessero mai arrivare ad acquisire e comprendere tale abilità umana.

O almeno ciò era quello che si pensava fino a questo momento.

Infatti, sono stati effettuati numerosi esperimenti e test a riguardo. Durante i quali i partecipanti umani e i modelli di IA hanno dovuto risolvere delle situazioni utilizzando una lingua inventata, che presentava alcune parole come “dax” e “wif”.
Ogni parola corrispondeva a dei punti colorati o ad una funzione che manipolava l’ordine di questi punti, in modo da determinare così l’ordine di apparizione dei pallini.
Il test ha dimostrato che l’intelligenza artificiale sia stata in grado di eguagliare e, in alcuni casi, persino superare le capacità umane.

Insomma, la strada da fare in questo ambito è sicuramente molto lunga. Tuttavia possiamo dire di essere nella direzione giusta, una direzione che apre nuove opportunità di ricerca sulle reti neurali quantistiche.

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Pubblicato da
Ilenia Violante