In un recente esperimento di fisica quantistica, è stato identificato un nuovo stato quantico denominato “spinarone” (o “sprinaron” in inglese), che si manifesta in condizioni particolari. Tale stato emerge quando un atomo di cobalto, posizionato su una superficie di rame, è esposto a un campo magnetico di grande intensità. Questo induce l’atomo a entrare in una sorta di oscillazione perpetua dell’orientamento del proprio spin, un comportamento mai osservato prima.
Fisica quantistica: l’esperimento
La ricerca, condotta da un team di fisici dell’Università Julius Maximilian di Würzburg e del Centro di Ricerca di Jülich in Germania, ha permesso di osservare direttamente gli atomi di cobalto e il loro spin magnetico mediante l’uso di un microscopio a effetto tunnel, potenziato con una punta di ferro. L’innovativo approccio sperimentale ha rivelato che lo spin dell’atomo di cobalto non rimane stabile, ma è soggetto a un movimento continuo che, a sua volta, eccita gli elettroni sulla superficie di rame.
L’analogia utilizzata per descrivere il fenomeno è quella di un pallone da rugby che ruota in una piscina di palline, causando un movimento ondulatorio nelle palline adiacenti. Questa scoperta mette in discussione le teorie correnti relative all’effetto Kondo, un principio fisico che descrive come la presenza di impurità magnetiche nei materiali a bassa temperatura ponga un limite inferiore alla resistenza elettrica.
Contrariamente a quanto previsto dall’effetto Kondo, che teorizza una neutralizzazione del momento magnetico a seguito delle interazioni elettroniche, l’atomo di cobalto osservato mantiene il proprio magnetismo anche durante l’interazione con gli elettroni. Questo comportamento inaspettato potrebbe implicare la necessità di rivedere alcune teorie fisiche stabilite negli anni ’60, le quali utilizzavano l’effetto Kondo per spiegare determinati comportamenti quantistici nei metalli.
Attualmente, i fisici stanno esplorando ulteriori contesti in cui l’effetto spinarone potrebbe essere rilevante, potenzialmente sostituendo l’effetto Kondo in determinate circostanze. Questa scoperta rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della fisica quantistica, aprendo nuove prospettive sulle interazioni tra materiali e le forze a livello atomico, e potrebbe avere implicazioni rivoluzionarie per il futuro dello studio dei materiali conduttivi e delle tecnologie basate su di essi.