Secondo quanto stabilito, infatti, quest’ultimi dovrebbero oscurare i siti che propongono la visione gratuita dei contenuti, come per altro lo stesso Governo ha imposto con un emendamento pubblicato il 27 luglio 2023, con il quale si stabilisce che tale oscuramento debba avvenire entro 30 minuti dall’avvio della trasmissione.
Al momento attuale, nel momento in cui le parti trovassero un sito illegale, dovrebbero comunicarlo al Garante, al quale spetta la parola finale per l’avvio della procedura di oscuramento. Il problema risiede più che altro nella necessità di una “prova digitale forense”
, ovvero una prova tangibile del reato che tale sito sta effettivamente commettendo nel momento della richiesta, comprensiva di screenshot del flusso pirata e di tutti i dettagli tecnici.
Una ulteriore richiesta che non è stata ben accolta tra le parti, ritenuta più che altro un paletto che rallenta senza ombra di dubbio l’operazione di oscuramento, favorendo in parte la stessa IPTV e l’illegalità che si cela alle sue spalle, proprio perché sarebbe impossibile fare il tutto entro 30 minuti dall’avvio della trasmissione.
Dall’altra parte della barricata troviamo il Governo, il quale con un nuovo emendamento sembra aver offerto una scorciatoia, una piccola soluzione che prevederebbe l’indicazione del sito da bloccare agli operatori, bypassando completamente il Garante.