Nelle fabbriche americane Tesla arrivano le mega presse, o anche giga presse. Esse sono degli strumenti che sono stati capaci di rivoluzionare il mondo della produzione automobilistica, modificandone i confini e gli orizzonti. In una nuova era in cui la transizione energetica ha un ruolo fondamentale per la costruzione di ogni singolo veicolo, c’è bisogno di una tecnologia che sia in grado di supportare tale cambiamento.
Il settore della mobilità entra così in una nuovissima fase molto più dinamica rispetto al passato. La modifica di rotta ha creato delle opportunità di business del tutto innovative, una sorta di nuova economia che ha interessato le società più piccole e anche i più ambiziosi tycoon del settore. In questa prospettiva il potersi spostare da un luogo all’altro assume un altro significato.
La Tesla è proprio una delle aziende che va a dettare le regole del gioco. Per quanto Elon Musk abbia più volte dimostrato di essere molto sorprendente e geniale, c’è l’impressione che dietro la sua figura si nasconda una potenza economica statunitense che non vede l’ora di riappropriarsi di ciò che ha perduto nel tempo. Non a caso la società è diventata un punto di riferimento mondiale in meno di 10 anni, troppo poco tempo per muoversi in solitudine.
Nuovi stabilimenti e tecnologie per le auto Tesla
In America da parecchi decenni gli stabilimenti dei veicoli erano formati da quattro stazioni principali. Nella prima avveniva lo stampaggio dell’auto, nella seconda la verniciatura e nell’ultima l’assemblaggio. Con l’introduzione, invece, delle mega presse, i costruttori hanno reso le prime due fasi molto più semplici soprattutto meno costose, grazie ha una quantità di energia minore richiesta. Lo stampaggio prima avveniva con alcune presse dal peso di 5000 tonnellate, la quale lavoravano su lamierati ho poco riscaldati o freddi, in modo da renderli più malleabili dovendo usare una quantità di energia gigantesca.
Proprio da questo difetto è partito Musk. La sua idea era quella di utilizzare delle presse molto più potenti che avrebbero potuto lavorare su materiali fusi per stampare in breve tempo pezzi molto più resistenti e soprattutto grandi. Con un solo strumento, si riesce così ad ottimizzare enormemente la produttività e lo sfruttamento di energia.
Un esperimento già condotto
Musk ha già testato le presse nell’impianto Tesla a Shanghai per la costruzione della Model Y. Durante il processo è stata iniettata una grandissima quantità di metallo fuso, poi compressa in soli 30 secondi. Questo significa che la giga pressa ha permesso la creazione di 3000 componenti al giorno, per una quantità di 120 pezzi l’ora. La tecnologia, dopo il successo, è stata estesa ad altri stabilimenti, tra cui quello posizionato ad Austin in Texas, dove si sta procedendo alla produzione di due nuovi modelli di punta tra cui il Cybertruck.
Quest’ultimo sarà il pickup del futuro, con un design moderno e spigoloso, una rifinitura che ricorda le auto rappresentate nei film di distopici e un’alta tecnologia interna. Le presse usate anche per la costruzione del suv provengono direttamente dall’Italia, da un fornitore Di Brescia. Perché specifichiamo che sono italiane? Poiché queste sono un esempio valido di come, nel caso in cui serva l’eccellenza, il Made in Italy faccia ancora la differenza.