Uno degli scontri più recenti del mercato della telefonia mobile ha coinvolto Iliad e Tim. Solo ora e giunta alla risposta della sentenza del Tribunale di Milano, che ha messo fine alla diatriba. Il tutto ha avuto inizio con l’accusa da parte di Iliad verso il famoso operatore italiano per alcuni comportamenti anticoncorrenziali.
A quel tempo, al periodo in cui sono riferite le accuse, l’operatore virtuale era appena entrato nel settore. Gli avvocati di Iliad hanno richiesto un risarcimento inizialmente di 71,4 milioni di euro, alzato poi a 242,8 milioni.
La TIM ovviamente non è rimasta con le mani in mano ed ha negato tutte le accuse. Il gestore come risposta ha presentato una controdenuncia, sostenendo di essere invece vittima delle condotte non rispettose di Iliad. Anche in tal caso hanno richiesto un risarcimento, però non si conosce la cifra precisa.
Per giungere ad una conclusione il Tribunale di Milano ha effettuato una valutazione lunga tre anni. Sapete com’è andata a finire? Nessuno dovrà risarcire l’altro. La richiesta da parte di Iliad è stata rifiutata, mentre la controdenuncia della TIM è stata ritenuta inammissibile. Per quanto possa sembrare un pareggio, in realtà il responso porta entrambi i gestori a dover riflettere attentamente sulle proprie strategie legali.
L’esito della diatriba lancia un messaggio molto importante nel settore della telefonia. La competizione deve essere sempre leale, le regole vanno rispettate. Le società devono muoversi all’interno del mercato con una certa integrità. Ricorrere alle battaglie legali è infruttuoso e costoso. Cosa significa per l’utenza questo scontro? La presenza di pratiche commerciali trasparenti e corrette.
Proprio la trasparenza è stata una delle cause che ha portato una multa alla WindTre, alla Fastweb, alla stessa TIM e altri gestori. In questo caso però si fa riferimento a delle tariffe alzate senza il consenso degli utenti e la mancata comunicazione degli eventi. In questo caso a vincere sono stati i clienti e gli operatori telefonici hanno dovuto pagare una sanzione molto salata dimostrando ancora una volta come nel settore la chiarezza sia indispensabile. Entrambi gli episodi fungono quindi da insegnamento per le strategie future, e per i gestori che nasceranno, per creare delle politiche interne chiare e sul giocare in maniera pulita. È ovvio che ci sia concorrenza, ma non è necessario muoversi in maniera sleale.