La questione della presenza della pubblicità su TikTok ha recentemente attirato l’attenzione con un articolo pubblicato su Insider che ha cercato di confrontare la quantità di annunci sulla piattaforma con quella presente in televisione. L’11 novembre 2023, l’articolo ha evidenziato che due persone, Sebastian Cahill e Hannah Getahun di Insider, hanno scrollato complessivamente 1.000 video (500 ciascuno, tenendo il conto delle inserzioni.
I risultati hanno rivelato che circa il 30% dei contenuti osservati era sponsorizzato. Hanno poi confrontato il dato con la percentuale nel tradizionale settore della TV, che si aggira intorno al 28%.
L’articolo ha sottolineato che, almeno nell’esperimento condotto, TikTok si avvicina molto alla quantità di pubblicità televisiva. Non sorprende in quest’ottica l’evoluzione del social. Ultimamente è stata infatti resa nota la notizia di opzioni a pagamento in grado di offrire un’opzione senza pubblicità. La possibilità di scegliere tra diversi piani è un modello di business che si interseca con le tendenze già presenti nei servizi di streaming.
Anche Facebook e Instagram hanno proposto un servizio molto simile. Appena due giorni fa gli utenti hanno infatti trovato un pop up
all’interno dell’applicazione in cui si invitava a scegliere tra la funzione gratis con gli annunci e quella a pagamento senza. La strategia ha generato molte discussioni tra i fedeli dell’utilizzo dei social network. Ad ora non si sa se essa avrà gli effetti sperati.I creatori hanno giustificato l’ingresso di questo sistema dichiarando che in tal modo si ha una migliore targhettizzazione pubblicitaria, ma che comunque danno un’alternativa per permettere ad alcuni utenti di non visualizzare inserzioni. Dato che gli introiti per la maggior parte, sia per le piattaforme che per i creator, provengono proprio dagli annunci è sembrato logico trovare un modo per monetizzare. Anche YouTube ha applicato un nuovo piano di abbonamenti per la visualizzazione dei video ed ha avviato una campagna massiccia contro gli ad blocker per spingere gli utenti ad iscriversi al piano premium.
Con probabilità, seguendo questa scia, il futuro di molte app, social e piattaforme è segnato da nuove spese da parte degli utenti. Resta da vedere se poi ci saranno ancora opzioni gratuite per usufruire dei servizi o si dovrà per forza pagare.