Un grande problema della nostra epoca è senza alcun dubbio la gestione dei rifiuti nucleari, le scorie prodotte dai reattori a fissione sono infatti composte da materiale radioattivo che permane come tale per tantissimo tempo, anche secoli, cosa che obbliga ad un trattamento e conseguente stoccaggio per evitare ripercussioni sul pianeta e anche sull’essere umano.
Questi rifiuti di conseguenza vengono isolati nei barili e stoccati in appositi depositi dove devono restare per tempi lunghissimi in attesa che la loro radioattività decada e cessi, tempi che però vedono letteralmente interi cambi generazionali.
C’è chi ha pensato bene però di guardare la situazione da un altro punto di vista, provando a cercare una via d’uscita utile e funzionale per ridare vita a questi rifiuti che forse solo rifiuti non sono, parliamo di due aziende americane che hanno visto la possibilità di produrre batterie ai diamanti da questi scarti nucleari.
L’idea alla base di questo processo è quella dis fruttare il Carbonio 14, un isotopo del carbonio che emerge dalle barre di controllo in grafite che regolano la reazione di fissione, facendolo sublimare e poi ricondensare in diamanti, si ha l’emissione di una radiazione di tipo beta, composta da elettroni, i quali così sono in grado di produrre una piccola corrente elettrica sfruttabile per creare batterie.
Non si tratta di batterie ad alto voltaggio bensì a lunghissima durata, per alimentare piccoli apparecchi ma per tantissimo tempo, dettaglio che in alcuni campi potrebbe fare la differenza e dare dunque la possibilità di riutilizzare questi pericolosi rifiuti.