Un isolamento completo da tutto il mondo circostante è quello che aspetta sei persone per i prossimi 360 giorni. È il progetto SIRIUS-23 condotto dall’Accademia Russa delle Scienze. Yuri Sergeevich Chebotarev è alla guida del team che trascorrerà il prossimo anno in una struttura totalmente sigillata a Mosca nell’Istituto per i problemi biomedici (IBMP).
SIRIUS-23 è in realtà la terza missione di un progetto il cui acronimo sta per “Scientific International Research In Unique terrestrial Station”. Il progetto è molto ampio e vede la collaborazione di IBMP e NASA. In questo caso, a differenza delle missioni precedenti, oltre a simulare una reale missione spaziale, la NASA non sarà presente.
Perché queste sei persone saranno in isolamento?
Infatti, come dichiarato da Anna Schneider, specialista in affari pubblici presso il Johnson Space Center della NASA, l’agenzia spaziale non parteciperà alla missione di 12 mesi SIRIUS-23. La motivazione principale di questa assenza è legata ad altri impegni ed esperimenti che la NASA in questo momento sta conducendo in diverse parti della Terra.
Ma qual è il principale scopo della missione SIRIUS-23? Questa missione avrà uno scopo meno legato allo spazio, infatti riguarderà l’ambito sociale e quello psicologico. La NASA, infatti, ha dichiarato che la ricerca non riguarderà l’esplorazione della superficie della Luna. Si tratta piuttosto di una serie di missioni che aiuteranno a comprendere meglio come il nostro corpo e la nostra mente si adattano a missioni nello spazio con una durata sempre più crescente. Senza dimenticare, inoltre, che queste missioni spesso sono composte da equipaggi che rappresentano allo stesso tempo diversi Paesi e diverse culture. Queste dichiarazioni dell’agenzia spaziale risalgono al 2019 quando le missioni SIRIUS-18 e SIRIUS-19 avevano avuto inizio.
Tornando a SIRIUS-23 questo è già diventato il primo esperimento di isolamento monolingue per IBMP, visto che tutti i membri dell’equipaggio parlano russo. Inoltre, come ha messo in evidenza Anastasia Stepanova, studentessa di dottorato in risorse spaziali alla Colorado School of Mines, è il primo esperimento in cui ben quattro membri dell’equipaggio su sei sono delle donne. Ora non ci resta che aspettare e poter analizzare i primi dati riguardo le implicazioni psicologiche e sociali che deriveranno da un periodo di isolamento così elevato.