Nell’epoca in cui la ricerca di informazioni è strettamente associata a Internet, distinguere fonti affidabili tra la moltitudine di contenuti online può risultare complesso. La competenza di cercare informazioni autorevoli sul web diventa sempre più pregiata. In questo contesto, il progetto Eurêkoi offre un’alternativa “umana” ai motori di ricerca basati su algoritmi, rispondendo direttamente alla sfida dell’invecchiamento delle biblioteche intese come istituzioni culturali.
Il servizio Eurêkoi conta su un team di circa 600 bibliotecari distribuiti in 52 biblioteche tra Francia e anche Belgio francofono. Questi bibliotecari rispondono a domande degli utenti utilizzando una vasta gamma di fonti, sia online che offline. Il servizio di ricerca, disponibile solo in lingua francese, è pubblico, gratuito e garantisce una risposta entro 72 ore. Sul sito ufficiale, si afferma che i bibliotecari sono formati nella ricerca documentaria su Internet e in database di contenuti specializzati, integrando diverse biblioteche specializzate per trovare il miglior contatto in base alla domanda dell’utente.
Un sistema di ricerca controtendenza
Eurêkoi è un progetto che va in controtendenza rispetto al mercato dei chatbot basati su intelligenza artificiale. In un’era in cui la ricerca è spesso affidata all’autonomia della tecnologia, questo sistema di ricerca punta a riportare al centro della ricerca il fattore umano. Inoltre, il progetto è finanziato da enti pubblici nei paesi coinvolti, compreso il Ministero della Cultura e della Comunicazione e il Servizio di lettura pubblica belga.
L’approccio di Eurêkoi è quasi totalmente antitetico in confronto alle possibilità moderne, concentrandosi sull’importanza del coinvolgimento umano. Non c’è, però, rivalità tra i due approcci, poiché si basano su metodologie completamente diverse e perseguono obiettivi differenti. I responsabili del progetto sottolineano che non intendono posizionarsi come opposti o sfidare giganti come Google e ChatGPT (o anche delle altre intelligenze artificiali), ma piuttosto collaborare e utilizzare tali strumenti per arricchire l’offerta di informazioni fornite agli utenti.