Il termine “cortocircuito” è comunemente usato per descrivere qualsiasi guasto elettrico che causa un blackout in un impianto domestico. Tuttavia, è importante comprendere che il cortocircuito rappresenta solo una delle possibili tipologie di guasto elettrico. Prima di analizzarle è fondamentale sottolineare l’importanza di non improvvisarsi elettricisti se non si possiedono le competenze e gli strumenti adeguati, data la pericolosità dell’elettricità. In caso di problemi o dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi a un elettricista qualificato.
Un guasto elettrico, tecnicamente, si verifica quando si registra una variazione anomala della tensione applicata o della corrente che circola nell’impianto o in un apparecchio elettrico. Un impianto o apparecchio elettrico funziona correttamente quando la tensione e la corrente rimangono entro valori nominali, definiti come sicuri e funzionali. La variazione di questi valori indica una condizione di guasto.
I valori nominali della tensione elettrica sono stabiliti dalla norma CEI EN 50160. Ad esempio, la bassa tensione monofase, tipica delle forniture domestiche, deve essere di 230V ±10%. Il valore della corrente nominale varia in base al numero di apparecchi connessi all’impianto e alla loro potenza nominale. Questo concetto può essere paragonato alla portata d’acqua in un tubo, dove la portata deve essere adeguatamente dimensionata per soddisfare le esigenze di consumo.
Tra le tipologie di guasto elettrico, si distinguono:
Per proteggere da questi guasti, vengono impiegati dispositivi come interruttori magnetotermici, dispositivi di protezione dalle sovratensioni (DPS), e interruttori differenziali, comunemente noti come “salvavita”. Questi dispositivi sono essenziali per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento degli impianti elettrici, scongiurando potenziali pericoli per persone e animali.