Smartphone e Radiazioni: quali modelli sono pericolosi? All’alba del 2024, è appurato che gli smartphone emettono determinati quantitativi di radiazioni elettromagnetiche, atte ad eventualmente creare problemi nell’organismo umano, come ad esempio l’insorgenza di malattie di vario genere, o difficoltà particolari. Ciò ci porta a consigliare, sempre, di evitare una profonda esposizione alle radiazioni, così da evitare una simile possibilità, sebbene comunque possa rivelarsi particolarmente remota.

Per evitare il raggiungimento di estremi importanti, l’Unione Europea ha di base imposto un limite massimo al SAR, ovvero il tasso di assorbimento specifico, che serve per individuare il quantitativo di radiazioni assorbite dal corpo umano per chilogrammo, in seguito ad una esposizione di circa 30 minuti. Ad oggi, infatti, lo smartphone per essere commercializzato in Italia non può avere più di 2 W/kg.

Ricevete subito i codici sconto Amazon gratis, iscrivendovi al canale Telegram di TecnoAndroid, e scoprendo i prezzi più bassi.

 

Smartphone e radiazioni: quali sono i modelli con il SAR più alto

Per mantenere sempre sotto controllo i dispositivi commercializzati in Europa, e non solo, ogni anno vengono pubblicate le classifiche dei SAR dei modelli attualmente in commercio, così da non perdere mai di vista l’obiettivo finale, ovvero di riduzione delle emissioni e dell’assorbimento.

Al primo posto della speciale classifica troviamo il Motorola Edge, un terminale non propriamente recente, capace oggi di raggiungere il valore limite di 1,79 W/kg, per poi venire seguito a ruota dallo ZTE Axon 11 5G, con un 1,59 W/kg, ed uno OnePlus 6T, fermo a 1,55 W/kg.

Come avete potuto voi stessi constatare, si trattano di modelli particolarmente datati, segnale della forte attenzione all’argomento da parte dei produttori stessi, sempre pronti a ridurre al massimo il SAR dei device.

Articolo precedenteToyota rivoluziona il brand: scopri il nuovo simbolo delle auto ibride
Articolo successivoAutomobili elettriche, preoccupazioni comuni tra i consumatori italiani e svizzeri