Il mondo della quantistica ha prepotentemente preso piede nella tecnologia dal momento che, sfruttare l’imprevedibile natura dello stato quantico di una particella permette di immagazzinare dati di dimensioni notevolmente maggiori, l’unità di informazione alla base infatti aumenta e assume molteplici stati, ciò permette di immagazzinare molti più dati per singolo bit, parliamo ovviamente dei qubit.
Tutto ciò ovviamente trova sfocio in tantissime tecnologie che stanno andando incontro ad una costante ma repentina evoluzione, a fare da freno è solo la tecnologia stessa, che sta cercando il substrato migliore sul quale impiantare tutto ciò che serve e sembrerebbe averne trovato uno, o almeno, un candidato, stiamo parlando del bronzo viola, vediamo di cosa si tratta.
Lega polimetallica
La lega metallica in questione è un composto il cui nome completo è litio molibdeno bronzo viola, non ha dunque niente a che vedere con il bronzo, lega che segnò un’intera età, si tratta di un insieme di metalli che nelle giuste proporzioni ottiene delle caratteristiche fisiche peculiari che si palesano a determinate temperature, vicino allo zero assoluto infatti diventa un superconduttore annullando ogni resistenza elettrica, ma alterando di poco la temperatura o esponendolo alla luce, diventa un isolante di Mott.
Il Dott. Piotr Chudzinski affiancato dal professor Nigel Hussey, ha dimostrato che tale comportamento è legato ad una quasi particella che interagisce con gli elettroni, generando una possibilità 50/50 che si abbia uno switch tra i due stati, ciò tradotto in termini più potabili equivale ad un interruttore, che potrebbe trovare largo impiego proprio nei computer quantistici.