Le stelle, per chi non lo sapesse sono dei corpi celesti che a differenza dei pianeti sono dotate di luce propria.
Esse si muovono all’interno delle loro galassie, grazie alla forza gravitazionale.
Tuttavia, nel corso di questo movimento, talvolta può accadere che una stella si allontani dal suo consueto movimento, fino a diventare un vero e proprio proiettile di plasma incandescente.
Si tratta di un fenomeno davvero interessante, diventato oggetto di studio di numerosi scienziati. Questi ultimi infatti si sono domandati se tali stelle vagabonde, nel corso della loro violenta corsa interstellare, rischino, in qualche modo, di avvicinarsi al nostro sistema solare.
Cosa succederebbe dunque se una di queste stelle si avvicinasse alla nostra galassia?
A rispondere a questa domanda è stato un team di scienziati dell’Università di Bordeaux. Questi ultimi hanno condotto una serie di studi, nel corso dei quali si sono impegnati a simulare l’effetto di una stella che si avvicina al Sistema Solare a una distanza di 100 UA dal Sole.
Ebbene, in base ai risultati ottenuti, sembrerebbe che un tale avvicinamento provocherebbe una pericolosa perturbazione nell’equilibrio gravitazionale dei nostri otto pianeti.
Il che significa che alcuni pianeti rischierebbero di essere espulsi dal nostro Sistema Solare. In particolare, i pianeti più a rischio sono Urano e Nettuno. In quanto esso sono quelli meno legati al Sole, a causa della loro grande distanza.
La probabilità che si verifichi un tale fenomeno è pari al 5%, ma resta comunque una situazione da prendere in considerazione.
Inoltre, anche i pianeti interni non sono totalmente al sicuro. Per esempio, Mercurio ha una probabilità del 2,5% di entrare in contatto con il Sole, mentre Venere ha l’1,17% di probabilità di scontrarsi con un altro pianeta.
Fortunatamente però la Terra ha meno probabilità di subire danni del genere.
In ogni caso, niente paura, in quanto le possibilità che una stella si avvicini pericolosamente al nostro sistema solare sono davvero molto basse. Per essere più chiari, si tratta di un fenomeno che potrebbe accadere una volta ogni 100 miliardi di anni.