Le recenti scoperte archeologiche, supportate da immagini satellitari, hanno rivelato oltre 100 antiche strutture risalenti a 3.000 anni fa, nascoste nelle pianure della Serbia lungo il fiume Tibisco. Questi resti, mai identificati prima, hanno catturato l’attenzione degli archeologi, aprendo una finestra su insediamenti dell’Età del Bronzo che si pensava non esistessero in questa regione.
Il professor Barry Molloy, docente di archeologia all’Università di Dublino, commenta entusiasticamente sull’importanza di questa scoperta, evidenziando il fascino non solo nell’aver individuato questi insediamenti attraverso le immagini satellitari, ma anche nell’avere la possibilità di misurare le loro dimensioni e comprendere quanti individui li abitassero.
Ritrovati insediamenti dell’età del bronzo
La rivelazione delle strutture ha smentito la precedente convinzione che questa pianura fosse disabitata. I nuovi dati suggeriscono invece che questa scoperta rappresenta solo un esempio di numerosi insediamenti dell’Età del Bronzo che punteggiavano l’Europa in quel periodo. L’utilizzo delle immagini satellitari è stato fondamentale per individuare i segni di oltre 100 insediamenti, spingendo il team di archeologi a visitare la zona di persona. L’osservazione da un piccolo aereo ha rivelato dettagli che sfuggivano alla vista da terra, svelando un quadro più completo delle comunità che un tempo occupavano questa regione.
Le prime analisi indicano che gli abitanti di questi insediamenti vivevano in prossimità gli uni degli altri, suggerendo l’esistenza di una “società complessa e ben organizzata.” Il professor Molloy congetture sulla possibile presenza di famiglie estese, ma riconosce che ulteriori scavi sono necessari per confermare questa ipotesi. La scoperta di pietre per la macinazione, frammenti di ceramica e persino una spilla per i vestiti fornisce già una preziosa comprensione delle abitudini e delle attività quotidiane degli abitanti, contribuendo a delineare il contesto storico di questo periodo.
La durata degli insediamenti, abitati dal 1600 a.C. al 1200 a.C., offre uno spaccato temporale significativo. Tuttavia, la ragione per cui la popolazione abbandonò questi luoghi dopo il 1200 a.C. rimane un mistero. Gli archeologi sono attualmente impegnati nella ricerca di risposte a questo enigma, mentre si sforzano anche di decifrare una lingua misteriosa risalente allo stesso periodo. Questa duplice sfida aggiunge un ulteriore strato di intrigante mistero alla storia di questi antichi insediamenti, invitando a un approfondimento continuo nella comprensione di una parte meno conosciuta del passato europeo.