Google raggiunge una nuova frontiera nell’utilizzo dell’energia geotermica per le sue infrastrutture e data center, collaborando con l’esperta Fervo Energy. Questa innovativa iniziativa mira a sfruttare il calore proveniente dal sottosuolo per generare energia a basso impatto ambientale, integrando in modo continuo fonti rinnovabili variabili come il solare e l’eolico.
Tradizionalmente, gli impianti geotermici si concentrano su rocce calde altamente spaccate e penetrabili. Tuttavia, il progetto pilota di Google in Nevada adotta un approccio molto diverso: applicare la tecnica di fracking, precedentemente utilizzata nell’estrazione di petrolio e gas, al campo della geotermia.
Il progetto Google-Fervo
Fervo e Google raggiungono l’obiettivo del progetto perforando orizzontalmente la roccia arrivando in profondità, utilizzando fluidi pressurizzati per fratturare la roccia, aumentandone la permeabilità e sfruttando efficacemente la fonte di calore per la produzione energetica. Il prototipo della collaborazione delle società in Nevada produce costantemente 3,4 MW di energia, dimostrando l’efficacia di questa innovativa tecnologia. L’impianto, che raggiunge pozzi orizzontali a 990 m sotto la superficie e a temperature fino a 191 °C, è dotato di cavi in fibra ottica.
Questo aspetto consente il monitoraggio in tempo reale del flusso, della temperatura e delle prestazioni del sistema geotermico. Con questo passo avanti, Google si avvicina al suo ambizioso obiettivo di operare esclusivamente con energia pulita entro il 2030. Il Department of Energy degli Stati Uniti stima che l’energia geotermica potrebbe contribuire fino a 120 GW di efficienza energetica sostenibile prima del 2050, rappresentando circa il 16% del fabbisogno energetico previsto per gli Stati Uniti. Questo progetto non solo dimostra l’impegno di Google per l’energia sostenibile, ma apre anche la strada a nuove possibilità nel panorama delle fonti rinnovabili. Un sistema che segue l’esigenza di combattere il cambiamento climatico.