L’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti ha deciso di porsi la domanda su come si muovo gli italiani ed ha anche deciso di darsi delle risposte, ed ecco che emerge una serie di dati a dir poco preoccupanti, l’istituto ha infatti presentato il suo ventesimo rapporto che mostra una vera e propria foschia, il dato comune è che l’uso dell’automobile è sempre maggiore e quest’ultima è sempre più vecchia e inquinante.
I primi dati emersi sono che gli italiani si muovo poco come distanza ma spesso, in un giorno medio feriale il numero di spostamenti è di 96,5 milioni, elevato sebbene inferiore rispetto al 2022 e al 2019.
A sorprendere è però la distribuzione delle lunghezze degli spostamenti, il 29,5% dei 96,5 milioni di spostamenti medi totali ha una lunghezza compresa tra 0 e 2 km, il 44,9% invece ricade nella fascia di lunghezza tra 2 e 10Km, il 23,2% invece resta al di sotto dei 50Km e il 2,4% avviene su distanze superiori a 50Km, ciò significa che sotto i 10Km abbiamo quasi il 75%
degli spostamenti.Quando vediamo delle code giganti invadere le nostre autostrade, queste ultime sono dovute per il 32,9% a cause di lavoro, il 35% invece per motivi famigliari, il 27,2% per motivi legati al tempo libero e solo il 4,9% per motivi di studio.
Se andiamo a controllare poi tutti gli spostamenti, notiamo che il popolo si muove in auto nel 65,6% delle volte, con punte del 71,3% nella zona Sud e Isole, di conseguenza emerge come gli spostamenti a piedi siano solo del 18,9% e quelli in micromobilità siano solo il 3,8%.
A preoccupare è che l’età media del parco auto italiano è davvero elevata, effettivamente circa il 60% delle auto che circolano in Italia ha più di 10 anni, la maggior parte delle auto italiane è Euro 4 o inferiori e ciò lascia intendere come il tutto sia molto più inquinante di quanto si dovrebbe, sottolineando che al Nord 4 auto su dieci sono Euro 6, mentre al Sud solo 2 auto su 10 lo sono.