Dopo sedici anni di lavoro e un investimento superiore ai 560 milioni di euro, il mondo della fisica delle alte energie celebra l’inaugurazione di JT-60SA, il più grande tokamak basato su magneti superconduttori al mondo. Questo impianto rivoluzionario, situato a Naka, rappresenta il risultato di una collaborazione scientifica tra l’Unione Europea e il Giappone. JT-60SA è progettato per sperimentare tecnologie di confinamento del plasma fondamentali per ITER, un ambizioso progetto internazionale che mira allo sviluppo di un reattore a fusione nucleare situato in Francia, la cui apertura è prevista nel 2025.
JT-60SA: la collaborazione scientifica tra l’Unione Europea e il Giappone
I programmi di ricerca JT-60SA e ITER, che vedono un significativo contributo europeo e italiano, sono considerati i più promettenti nel campo della fusione nucleare. Questa tecnologia, che imita il processo energetico delle stelle, rappresenta una fonte di energia pulita e potrebbe essere la soluzione per superare la dipendenza da fonti energetiche fossili e inquinanti. Entrambi i progetti si basano sulla tecnologia del tokamak, un tipo di reattore toroidale che utilizza campi magnetici generati da elettromagneti esterni per confinare il plasma, al cui interno si verificano le reazioni di fusione.
JT-60SA è attualmente uno dei modelli di reattore a fusione più avanzati e promettenti in fase di sperimentazione. Tuttavia, lo sviluppo di un reattore a fusione funzionante e efficiente richiede ancora tempo e innovazione tecnologica. Il problema principale non risiede nell’ottenere la reazione di fusione, ma nel renderla energeticamente efficiente, cioè produrre più energia di quella necessaria per mantenere il reattore in funzione. ITER, che costerà non meno di 20 miliardi di euro, punta a raggiungere un’efficienza netta pari a zero, ovvero produrre tanta energia quanta ne consuma. Se ci riuscirà, significherà che le tecnologie sviluppate potrebbero essere utilizzate per costruire un reattore ad efficienza positiva, fondamentale per sostenere le esigenze energetiche umane. Questo sarà il compito del successore di ITER, noto come DEMO, già in fase di sviluppo.
L’inaugurazione di JT-60SA è quindi un passo importante verso il raggiungimento di questi obiettivi. Il reattore a fusione è complementare al programma ITER e utilizza tecnologie simili. È stato progettato specificamente per testare e ottimizzare i processi di fusione che saranno utilizzati nel reattore europeo e nei suoi futuri successori. Marc Lachaise, direttore del consorzio europeo Fusion for Energy, che include anche l’Italia e che gestisce il contributo europeo allo sviluppo di JT-60SA, ha sottolineato l’importanza di questo impianto per il futuro dell’energia pulita e per il contributo della fusione in un mix energetico privo di carbonio.