Alcune voci suggeriscono che Q* possa essere collegato a un’iniziativa annunciata da OpenAI a maggio, focalizzata sulla “supervisione dei processi”. Questa tecnica coinvolge Ilya Sutskever, capo della ricerca di OpenAI, e mira a ridurre gli errori logici nei modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm). La supervisione dei processi addestra l’intelligenza artificiale a scomporre i passaggi per risolvere un problema, migliorando in questo modo le capacità di risposta degli Llm. Tale approccio potrebbe essere cruciale per affrontare le sfide attuali nell’ambito dell’IA.
Nello specifico, il nome Q* potrebbe fare riferimento a concetti come Q-learning o l’algoritmo A*, indicando un’evoluzione nelle tecniche di apprendimento per rinforzo e di individuazione di percorsi ottimali. Le informazioni disponibili suggeriscono che il progetto potrebbe coinvolgere l’uso massiccio di dati sintetici, indicando una nuova frontiera nella formazione degli algoritmi.
Nonostante le speculazioni e le preoccupazioni emerse, alcuni esperti ritengono che Q* potrebbe rappresentare un tentativo di migliorare la capacità di ragionamento degli Llm attraverso l’apprendimento per rinforzo. Ciò potrebbe rendere i modelli linguistici più competenti nell’affrontare compiti matematici e migliorare la coerenza delle risposte. Tuttavia, non ci sono indicazioni che ciò possa portare a un superamento del controllo umano sugli algoritmi di intelligenza artificiale.
OpenAI, in silenzio riguardo ai dettagli del progetto, potrebbe condividere ulteriori informazioni quando deciderà di pubblicare i risultati degli esperimenti su ChatGPT. Nel frattempo, l’industria dell’IA rimane in attesa di scoprire se Q* segnerà un passo significativo verso modelli più avanzati e potenti o se solleva preoccupazioni valide sulla sicurezza e sul controllo dell’intelligenza artificiale.