Editore ingaggiato da OpenAI per addestrare l’AI sugli articoli Il panorama dell’intelligenza artificiale ha recentemente vissuto una fase di turbolenza, con segnalazioni riguardanti un calo di performance di ChatGPT, uno dei modelli più avanzati sviluppati da OpenAI. Tuttavia, nonostante queste criticità, ChatGPT rimane un protagonista di spicco nel campo dell’AI. La recente notizia di un accordo strategico tra OpenAI e Axel Springer, un influente gruppo editoriale tedesco, potrebbe rappresentare una svolta significativa nel mondo dell’editoria e dell’intelligenza artificiale.

OpenAI lancia ChatGPT nell’editoria?

Il 13 dicembre 2023, fonti autorevoli come Bloomberg ed Engadget hanno diffuso la notizia dell’accordo tra OpenAI e Axel Springer. Quest’ultimo è noto per essere il gruppo editoriale di riferimento per diverse testate giornalistiche di prestigio, tra cui Business Insider e Politico negli Stati Uniti, e Bild e Welt in Europa. L’accordo prevede un imponente investimento da parte di OpenAI, stimato in decine di milioni di dollari, distribuiti su un periodo di tre anni. In cambio, OpenAI otterrà il diritto di utilizzare gli articoli prodotti da Axel Springer per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale.

Una delle clausole più interessanti dell’accordo è la possibilità per OpenAI di integrare informazioni in tempo reale provenienti dalle fonti di Axel Springer nelle risposte generate da ChatGPT. Questo implica che il chatbot potrà fornire non solo informazioni basate su dati storici, ma anche su eventi e sviluppi recenti provenienti direttamente dalle fonti di notizie di Axel Springer. Questa integrazione mira a rendere le risposte di ChatGPT più attuali e pertinenti, aumentando così la sua utilità e affidabilità.

Nuovo accordo con Axel Springer

L’accordo tra OpenAI e Axel Springer assume un significato particolare nel contesto delle tensioni tra i giganti dell’editoria e le aziende di intelligenza artificiale. A seguito delle controversie relative all’utilizzo non autorizzato di contenuti giornalistici da parte di alcuni modelli AI, importanti testate come il New York Times hanno deciso di bloccare l’accesso ai propri dati. In questo contesto, l’accordo sembra essere un tentativo di OpenAI di stabilire un nuovo standard di collaborazione tra le due industrie, offrendo agli editori una fonte di entrate aggiuntiva e garantendo al contempo l’accesso controllato ai loro contenuti.

Tuttavia, c’è chi solleva dubbi sulla vera natura di questo accordo. Alcuni osservatori suggeriscono che potrebbe essere un’operazione mirata a migliorare le prestazioni di ChatGPT, piuttosto che una mossa strategica per garantire entrate aggiuntive agli editori. Resta da vedere come questa iniziativa influenzerà l’evoluzione futura del mondo dell’editoria associato all’intelligenza artificiale. Sarà interessante seguire gli sviluppi e valutare se questa partnership costituirà un precedente per futuri accordi tra aziende di AI e editori di contenuti informativi.

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