Il recente annuncio della University of Technology di Sidney ha portato alla luce un promettente sviluppo nell’ambito delle interfacce cervello-computer. Un gruppo di ricercatori ha presentato al congresso annuale NeurIps un dispositivo sperimentale di intelligenza artificiale chiamato DeWave, progettato per leggere nel pensiero e convertire le parole pensate in testo. Ciò che rende unico questo sistema è la sua portabilità e il fatto che è non invasivo. Questo nuovo casco con AI apre nuove prospettive per coloro che, a causa di malattie o infortuni, hanno perso la capacità di comunicare verbalmente, gestualmente o attraverso il movimento degli occhi.
Arriva il casco con AI che legge nel pensiero
Le tecnologie di interfaccia cervello-computer sono state oggetto di crescente interesse negli ultimi anni, con vari tentativi di tradurre le onde cerebrali in testo. Molti di questi sistemi però richiedono procedure invasive, come l’impianto di elettrodi direttamente nel cervello dell’utente. Mentre altri dispositivi sono limitati a comunicazioni di base di tipo sì/no. Un esempio è il recente lavoro dei ricercatori della Duke University, che hanno sviluppato un dispositivo con 256 microscopici sensori cerebrali, ma che richiedeva ancora l’impianto di elettrodi.
In contrasto, il casco DeWave si basa su un approccio non invasivo sfruttando l’AI. Basterà infatti indossare un casco EEG (elettroencefalogramma) collegato a un computer. Il software DeWave è stato addestrato utilizzando i segnali elettrici prodotti dal cervello di 29 volontari mentre leggevano silenziosamente un testo. Gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno appreso i segnali EEG associati a parole e frasi specifiche, consentendo al sistema di rilevare tali segnali quando un utente pensava a una parola senza leggerla effettivamente.
Attualmente, la precisione di DeWave si attesta intorno al 40% sulla scala Bleu, una misura di precisione per la traduzione automatica del testo. Tuttavia, il team di ricerca mira a migliorare ulteriormente questa tecnologia, puntando a raggiungere un livello di precisione del 90%. C.T. Lin, autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di questa ricerca come un passo pionieristico nella traduzione diretta delle onde EEG grezze nel linguaggio, definendolo un avanzamento significativo nel campo.
Il prossimo passo per il team di ricerca sarà concentrarsi sul perfezionamento della tecnologia, utilizzando tecniche di codifica discreta nel processo di traduzione cervello-testo. Questo approccio innovativo alla decodifica neurale potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nell’evoluzione delle interfacce cervello-computer, aprendo nuove possibilità per la comunicazione per coloro che hanno perso la capacità di comunicare in modi convenzionali.